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Sicilia, Musumeci: “Infrastrutture per recuperare competitività”

“Non so quello che faranno a Roma con il Recovery Fund, non so quale strumento introdurranno. Mi sembra una follia pensare di dover ammettere idee infrastrutturali in tempi brevi e al tempo stesso richiederne i progetti: non ci sarebbe mai il tempo necessario per fare un progetto definitivo e ancor peggio esecutivo. Non vorrei che […]

Pubblicato 4 anni fa

“Non so quello che faranno a Roma con il Recovery Fund, non so quale strumento introdurranno. Mi sembra una follia pensare di dover ammettere idee infrastrutturali in tempi brevi e al tempo stesso richiederne i progetti: non ci sarebbe mai il tempo necessario per fare un progetto definitivo e ancor peggio esecutivo. Non vorrei che questo fosse un escamotage per penalizzare ancora una volta il Mezzogiorno a favore delle regioni del Nord”. Lo afferma il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, in un’intervista al quotidiano ‘Il Sole 24Ore’. “La Sicilia, da trent’anni sgomita per non avere l’ultimo posto tra le regio-ni in termini di Pil. Significa che questa terra paga la condizione della sua marginalità. La Sicilia esce fuori dalla condizione di crisi in cui si trova solo se si ritaglia un ruolo da protagonista nella macroregione del Mediterraneo. – continua Musumeci – Le risorse del Recovery Fund posso-no consentire alla Sicilia di dotarsi di quelle infrastrutture strategiche che tirino fuori l’isola dalla condizione di perifericità rispetto ai mercati europei, dalla condizione di non competitività nel Mediterraneo. Ma non sappiamo l’entità destinata al Mezzogiorno e alla Sicilia e questo è un gravissimo ritardo: le regioni non sono messe nelle condizioni di pote-re proporre perché Roma non può non tenere conto delle esigenze che emergono nel territorio”.

“Il ponte sullo Stretto non è l’unico tema. Parlo di infrastrutture strategiche. Vogliamo tentare un elenco? – prosegue Musumeci – Del collegamento stabile tra le due sponde abbiamo detto. Poi un porto hub e a me non interessa dove viene fatto se a Palermo o ad Augusta ma serve un porto hub con un retroporto che possa consentire alla logistica di trasformare la Sicilia in una naturale piattaforma del Mediterraneo. Uno scalo aereo intercontinentale per facilitare i collegamenti con l’isola visto che l’aeroporto di Catania tra cinque anni sarà al collasso: serve un grande aeroporto nel centro della Sicilia. Il completamento dell’anello autostradale: le province di Agrigento, Trapani e di Ragusa di fatto sono tagliate fuori da ogni serio asse di collegamento. Potrei continuare con le ferrovie. Ma sia chiaro: anche con il recovery fund se non ci sono procedure celeri tali da poter consentire di recupera-re il tempo perduto”. “Mai come in questo momento bisogna aprire un confronto fra la Sicilia, le Regioni del Sud e il governo centrale per definire non solo un elenco di priorità di infrastrutture strategiche ma soprattutto quale modello di crescita si vuole realizzare. – conclude Musumeci – Ma certo che c’è stato dialogo per il doveroso profilo istituzionale che io ho sempre rispettato. Il che naturalmente non può impedire al presi-dente della più grande regione d’Italia di evidenziare le omissioni o le scelte non condivise. Sul fronte dei migranti abbiamo aperto una battaglia di grande significato umanitario e sociale”.

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