Porto Empedocle

Coronavirus, dott.Verruso: “Emergenza gestita al meglio, la gente è stata brava”

Non tutti i supereroi indossano un mantello. I supereroi a noi contemporanei indossano camice, guanti, mascherine.  Nelle strutture ospedaliere d’Italia e del mondo, “oggi come allora” il personale sanitario sta dimostrando tenacemente il suo valore e la sua importanza nella società.  Anche ad Agrigento sono stati riscontrati casi di Coronavirus ed anche ad Agrigento l’emergenza […]

Pubblicato 4 anni fa

Non tutti i supereroi indossano un mantello. I supereroi a noi contemporanei indossano camice, guanti, mascherine. 

Nelle strutture ospedaliere d’Italia e del mondo, “oggi come allora” il personale sanitario sta dimostrando tenacemente il suo valore e la sua importanza nella società. 

Anche ad Agrigento sono stati riscontrati casi di Coronavirus ed anche ad Agrigento l’emergenza è diventata routine e fonte di forte preoccupazione.

Con il dott. Gerlando Verruso, dirigente medico della divisione Medicina d’urgenza dell’ospedale San Giovanni di Dio, facciamo il punto sulla situazione agrigentina, sulle nuove scoperte per guarire dal virus, sul vaccino e sull’utilizzo delle mascherine.

Secondo Lei com’è stata gestita dagli agrigentini l’emergenza Covid-19?

“Fortunatamente, grazie soprattutto alle misure di contenimento messe in atto dal Governo e seguite tutto sommato scrupolosamente dalla popolazione con le inevitabili eccezioni, il numero di casi non è stato soverchiante come al nord e la situazione è stata gestita bene”.

Come venivano accolti i malati sospetti di aver contratto l’infezione di Covid-19?

“Nei primissimi giorni dell’epidemia, eseguite le indagini al paziente confermato sospetto, veniva fatto il tampone rinofaringeo e ricoverato in un piccolo reparto (3 posti ordinari ed 1 dotato di ventilatore per le gravi insufficienze respiratorie), in attesa del risultato del tampone.”

Successivamente?

Se positivi, vengono trasferiti in ospedali dotati di reparti di malattie infettive che fungono da collettori. In tal senso la netta differenza è stata fatta dalla possibilità fornita alla patologia clinica del nostro ospedale di eseguire la procedura per la lavorazione dei tamponi. Prima infatti i tamponi venivano inviati a Palermo ed il referto arrivava dopo giorni. Adesso abbiamo il referto in poche ore. Un passo avanti enorme.

Il San Giovanni di Dio quanti posti mette a disposizione ai malati di Coronavirus e quanti di terapia intensiva?

“Al terzo piano è presente un reparto appositamente dedicato ai sospetti infetti dotato di 35 posti ed affiancato da una terapia intensiva con sei posti a disposizione per i malati che hanno già avuto l’esito del tampone e respirano con difficoltà. Sullo stesso piano si trova la sala operatoria per eventuali interventi d’urgenza per pazienti sospetti. Per far questo è stato chiuso il reparto di Medicina (i colleghi si occupano al momento del reparto Covid) e sono stati spostati i reparti di urologia, oculistica ed otorinolaringoiatria. C

Negli ultimi giorni si ipotizza che il Covid-19 si possa combattere, ed in certi casi sconfiggere, con il plasma sanguigno iperimmune. Cosa ne pensa di questa cura?

“La terapia col il plasma cosiddetto iperimmune non è una novità perché si usa da decenni, non è certamente segreta come tanti (ignoranti o avvelenatori di pozzi) vorrebbero far credere, e non è gratuita. I dati a disposizione (ancora pochi in verità) mostrano sicuramente degli effetti positivi ed incoraggianti. Al momento viene usata in tutto il mondo ma ha delle problematiche: il plasma dei soggetti guariti non è una scorta infinita, può essere prelevato solo dai donatori volontari e non è privo di effetti collaterali anche pericolosi. Quello che serve è il lavoro dei laboratori per isolare dal plasma dei guariti gli anticorpi utili e riprodurli in scala industriale per curare quante più persone possibili. La soluzione ideale resta comunque il vaccino. Il plasma infatti cura i malati (non tutti) ma il vaccino non ci fa ammalare. Mi pare che la differenza sia enorme”.

Quotidianamente i ricercatori compiono passi in avanti nel trovare un vaccino che renda immuni dal Coronavirus.  Qual è la sua opinione in merito?

“Al momento nei laboratori di tutto il mondo è in atto una corsa spasmodica per arrivare alla creazione di quel vaccino che sarebbe l’arma definitiva contro il virus e ci consentirebbe di tornare a vivere la nostra vita con tranquillità senza timore di essere contagiati. Sono stati fatti importanti passi avanti ma la strada non è breve purtroppo”.

Siamo prossimi all’estate. Il caldo può essere un fattore in più per indebolire il virus?

Il Covid-19 appartiene alla famiglia dei Coronavirus dei quali è documentata la perdita di efficacia con il caldo. Possiamo quindi immaginare, anche se non posso ancora esserne certi, che nei prossimi mesi il virus possa perdere efficacia. Allo stesso modo però possiamo presumere un ritorno di virulenza in autunno con il calo delle temperature”.

Da tre mesi a questa parte il commercio delle mascherine è cresciuto nettamente. Ci sono mascherine più o meno adatte e quali consiglia?

“Sì, esistono tanti tipi di mascherina: chirurgica, ffp2 con e senza valvola, ffp3 con e senza valvola, n95 equiparabile alla ffp2 senza valvola. A tal proposito mi preme fare un sollecito: non usate mascherine con valvola. Proteggono chi le indossa ma mettono a rischio chi sta vicino perché la valvola lascia passare eventualmente il virus verso l’esterno”.

Ci racconti l’esperienza che sta vivendo.

“All’inizio, con la lentezza nell’avere il referto del tampone e prima che si aprisse il reparto Covid-19, al Pronto soccorso abbiamo avuto qualche caso complesso con pazienti gravi poi risultati positivi e addirittura abbiamo riscontrato una positività in un tampone eseguito post mortem”.

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