“Diplomi facili nell’agrigentino”, difesa chiede di spostare il processo
Secondo l’accusa i titoli di studio sarebbero stati “venduti” senza neppure sostenere una lezione grazie alla falsificazione di documenti che attestavano il regolare percorso scolastico
Il maxi processo con novantanove imputati scaturito dall’inchiesta Diplomat, una indagine che ipotizza vendite di titoli di studio, rischia di spostarsi da Agrigento. La difesa di alcuni imputati, molti provenienti anche dalle province di Catania e Ragusa, hanno eccepito l’incompetenza territoriale del tribunale di Agrigento nel celebrare il processo. Su questo aspetto sarà il giudice Alfonso Malato a doversi pronunciare il prossimo 16 febbraio, data della prossima udienza.
Secondo l’accusa i titoli di studio sarebbero stati “venduti” senza neppure sostenere una lezione grazie alla falsificazione di documenti che attestavano il regolare percorso scolastico. A giudizio dirigenti scolastici, insegnanti e personale amministrativo di alcuni istituti paritari di Canicatti’, Licata e delle province di Catania e Ragusa oltre a tre istituti in qualita’ di persone giuridiche e alcuni studenti che avrebbero beneficiato dei diplomi irregolari usando poi il titolo per iscriversi all’universita’. L’indagine e’ stata avviata nel 2014 e si e’ allargata anche alle province dove il “diplomificio” avrebbe avuto delle ramificazioni. Le accuse contestate, con ruoli e posizioni diverse, sono di associazione a delinquere, falso, rivelazione di segreto di ufficio e abuso di ufficio.
I pm ipotizzano che la presunta organizzazione avrebbe pure reclutato sul territorio parenti, amici e conoscenti ai quali serviva il diploma che sarebbe stato loro “regalato” dopo aver pagato la consistente quota di iscrizione per potersi iscrivere all’universita’. Uno dei presunti promotori dell’associazione sarebbe stato l’ex deputato regionale Gaetano Cani, di Canicatti’, responsabile del centro studi “D’Annunzio”, al quale, negli anni scorsi, nelle battute iniziali delle indagini, furono sequestrati 300 mila euro in contanti, nascosti in una scatola di scarpe. Nella lista anche quattro istituti in qualita’ di persone giuridiche: Mondo Scuola Srl di Licata; Ge.Is. Gest. Ist. Scol. Srl di Canicatti’ e Centro di istruzione Gabriele D’Annunzio di Ispica.