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Mafia, scarcerato per motivi di salute il boss ravanusano Vito D’Angelo

C’è un altro agrigentino nell’elenco dei boss mafiosi scarcerati per motivi di salute. Si tratta di Vito D’Angelo, 72 anni originario di Ravanusa, che dunque lascia il carcere e va ai domiciliari. D’Angelo è stato protagonista della faida mafiosa di Ravanusa, avvenuta negli anni 70 culminata con l’assassinio all’interno dell’ospedale Civico di Palermo dell’albergatore, sempre […]

Pubblicato 4 anni fa

C’è un altro agrigentino nell’elenco dei boss mafiosi scarcerati per motivi di salute. Si tratta di Vito D’Angelo, 72 anni originario di Ravanusa, che dunque lascia il carcere e va ai domiciliari. D’Angelo è stato protagonista della faida mafiosa di Ravanusa, avvenuta negli anni 70 culminata con l’assassinio all’interno dell’ospedale Civico di Palermo dell’albergatore, sempre ravanusano ma residente a Palermo, Candido Ciuni. 

D’Angelo era stato arrestato nel marzo 2019 nell’ambito dell’inchiesta antimafia “Scrigno” perché ritenuto al vertice della famiglia mafiosa di Favignana dove si era trasferito in seguito ad una condanna per quelle vicende venendo recluso nel carcere dell’Isola. 

Dopo alcuni mesi di detenzione presso il carcere Pagliarelli di Palermo, D’Angelo era stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari poiché le precarie condizioni di salute dello stesso, erano ritenute incompatibili con il regime carcerario. Ma una volta fuori, secondo le indagini dei carabinieri del Comando Provinciale di Trapani, era stato rilevato non solo uno stato di salute del D’Angelo tale da consentirgli di svolgere diverse attività fisiche ma, soprattutto, di aver reiteratamente violato le prescrizioni relative ai divieti di comunicazioni con persone non autorizzate, incontrando più volte soggetti che, a loro volta, avevano già avuto un rilevante ruolo nella pregressa attività investigativa, interfacciandosi con i co-indagati Francesco Virga e Francesco Peralta.

Adesso, sempre per motivi di salute, D’Angelo lascia nuovamente il carcere per gli arresti domiciliari in attesa di giudizio nell’ambito dell’inchiesta “Scrigno”. 

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