Maria e Delia: massacro senza fine, l’orrore continua
Oggi a Naro nessuno ha portato un fiore sul luogo dove sono state uccise le due donne
Una notte di follia, di sangue, urla, lamenti. Nessuno ha sentito nulla ma tutti l’indomani sono arrivati sui luoghi dei delitti.
Omar Edward Nedelkov ma si fa chiamare Eddy, a Naro lo chiamano “menza testa”, sicuramente per i suoi trascorsi violenti. Ventiquattro anni e a Naro da quasi tutta la sua vita. Narese più di tanti altri perchè per scelta e, dunque, cresciuto all’ombra della piccola criminalità di strada italiana (narese) che si perde nei vicoletti barocchi tra alcool, prostituzione e droga nel silenzio generale. Il suo nome ha iniziato a circolare già dalla prime luci dell’alba. A bussare alla porta della sua abitazione di Discesa Sant’Erasmo, che condivideva con genitori, fratelli e una sorella, è stato il comandante dei Carabinieri di Naro, Marco Gelardi che ha immediatamente prelevato vestiti ed effetti personali dato che risultava il primo sospettato del duplice omicidio di Maria Russ, 54 anni, e Delia Zarniscu, 58 anni.
Un festino finito in tragedia Sul tavolo della cucina sono stati trovati panettoni, spumante e cibo. Il ventiquattrenne si trovava nell’abitazione di Delia insieme ad un amico, Florin, che lo ha accusato in toto davanti alle accuse mosse da magistrati e carabinieri all’interno della caserma di Viale Europa. Dopo aver cenato e bevuto Eddy avrebbe tentato di avere un rapporto sessuale con la donna che, però, lo avrebbe respinto e ha così pensato di andare a cercare del sesso facile da Maria Russ che viveva duecento metri lontano: in Vicolo Avenia. Anche qui il rifiuto e poi la furia omicida. Le telecamere immortalano Eddy uscire dall’abitazione della Russ con i pantaloni ancora slacciati mentre controllava se l’incendio era partito da un’aletta spezzata di una delle persiane che si affacciano sulla strada. Maria Russ era una torcia sulla poltrona del salotto, legata mani e piedi e lasciata agonizzante mentre Nedelkov si dava alla fuga per continuare a uccidere. Percorse le stradine del quartiere di Sant’Erasmo ha raggiunto nuovamente Via Vinci, ha sfondato il portone di casa di Delia Zarnesku e l’ha iniziata a colpire con dei suppellettili. La donna è riuscita a scappare di casa e la colluttazione è continuata in strada dove sono state trovate tracce di sangue, una tracolla e un orecchino. Il ventiquattrenne l’avrebbe poi trascinata in casa nuovamente cercando di abusarne ma la donna ha continuato a difendersi. “Una carneficina” sono queste le parole usate dal medico legale per descrivere la scena. A Delia è stato staccato un occhio, tagliati i polpacci e poi è stata colpita alla testa con un enorme televisore a tubo catodico e una stufa. Florin, l’altro rumeno partecipante al festino di Via Vinci era già a casa durante la furia di Nedelkov ed è stato proprio quest’ultimo a chiamarlo col telefono della donna dicendo di andare sul posto. Con lo stesso telefono chiamerà il 118 dicendo che la donna aveva avuto un malore.
Oggi a Naro, nessuno ha portato un fiore sul luogo dove sono state uccise le due donne: il massacro finisce qui l’orrore continua.