Lampedusa

Migranti, Bartolo: “non c’è nessuna invasione”

L'europarlamentare è da 30 anni impegnato in prima linea nell'assistenza sanitaria dei migranti

Pubblicato 2 anni fa

A Lampedusa non c’è nessuna invasione. Stiamo parlando di numeri veramente ridicoli. Continuare a fare campagne elettorali sulla pelle della povera gente è immorale. Il problema è dentro il centro, il problema è il trattamento disumano, vergognoso e inaccettabile che riserviamo a chi dopo aver attraversato il deserto e subìto violenze e torture nei campi di concentramento in Libia arriva in Europa”

A dirlo all’Adnkronos è Pietro Bartolo, oggi europarlamentare e per circa 30 anni, da responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa, impegnato in prima linea nell’assistenza sanitaria dei migranti sbarcati sulla più grande delle Pelagie.

Nei giorni scorsi il centro di contrada Imbriacola è arrivato a ospitare oltre 1.800 persone a fronte di una capienza di 350 posti. Mentre le cattive condizioni meteomarine hanno concesso una tregua sul fronte degli arrivi, da sabato la Prefettura di Agrigento, d’intesa con il Viminale, lavora senza sosta ai trasferimenti per alleggerire la pressione sulla struttura.  “La migrazione è un’opportunità per i Paesi ospitanti, non un problema – sottolinea Bartolo -. Lo diventa se la si affronta in questo modo, se in un hotspot che può accogliere 300 persone se ne mettono duemila, prestando il fianco a indegne speculazioni politiche. Sappiamo benissimo che quando c’è bel tempo i migranti arrivano, ma stiamo parlando di numeri facilmente gestibili. Occorre fare in modo che i trasferimenti siano costanti, magari lasciando in rada a Lampedusa una nave pronta a portarli in altri luoghi ed evitando il vergognoso sovraffollamento dell’hotspot”.

La gestione del fenomeno migratorio, secondo Bartolo, chiama in causa l’intera Europa. “In un mese abbiamo accolto 5 milioni di profughi ucraini e per poche migliaia, invece, si grida all’invasione. In 30 anni a Lampedusa ne sono arrivati 350mila. Ecco i numeri di cui parliamo. La verità è che ci sono profughi di serie A e di serie B. Lo dimostra quello che accade in Polonia, che ha accolto più di 2 milioni di profughi provenienti dall’Ucraina, mentre nella foresta al confine con la Bielorussia, ci sono ancora 600-700 persone, famiglie, uomini, donne e bambini, anch’essi profughi ma senza diritti. E’ evidente che si tratta di una discriminazione e di razzismo”. Per l’ex medico dei migranti serve un cambio di visione. “Una politica lungimirante”, dice, spiegando che chi fugge da guerre, torture e povertà non si può fermare “né con muri né con i fili spinati, né lasciandoli morire in mezzo al mare”. “Queste persone non hanno alternativa, arrivano e ce ne dobbiamo occupare, considerandoli esseri umani e non, di volta in volta, nemici, aggressori, untori, delinquenti o semplicemente numeri”. La strada è quella di vie di accesso legali. “Con i corridoi umanitari eviteremmo di far morire così tante persone – dice -, uomini, donne e bambini annegati nel Mediterraneo e che abbiamo sulla coscienza e di cui forse un giorno dovremo rispondere. E allo stesso tempo toglieremmo ‘potere’ ai trafficanti di esseri umani”. Un errore è insistere negli accordi per i respingimenti. “Continuare a pagare Paesi terzi per bloccarli, oltre che ingiusto e immorale, si è rivelato anche inutile perché continuano ad arrivare. Il fenomeno migratorio è strutturale, non c’è alcuna emergenza e per affrontarlo bisogna sedersi attorno a un tavolo. La migrazione è un’opportunità per un’Europa in difficoltà anche dal punto di vista demografico e che tra 20 anni sarà una grande Rsa. Diamo loro la possibilità di arrivare legalmente e di integrarsi, invece di restare schiavi senza diritti e identità. E’ arrivato il momento di smetterla con la cultura dell’odio. Non c’è alcuna invasione”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *