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Rapina in banca a Raffadali, confessano due indagati che “scagionano” cugino del boss

“Non sapevo quali fossero le loro intenzioni, l’ho capito soltanto quando sono usciti dalla banca”. A parlare è Raffaele Salvatore Fragapane, 43 anni cugino del boss di Santa Elisabetta, fermato due giorni addietro dai carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento insieme a due palermitani perché ritenuti i responsabili della rapina da cinquanta mila euro messa […]

Pubblicato 4 anni fa

“Non sapevo quali fossero le loro intenzioni, l’ho capito soltanto quando sono usciti dalla banca”. A parlare è Raffaele Salvatore Fragapane, 43 anni cugino del boss di Santa Elisabetta, fermato due giorni addietro dai carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento insieme a due palermitani perché ritenuti i responsabili della rapina da cinquanta mila euro messa a segno alla banca S.Angelo di Raffadali. 

Questa mattina gli interrogatori di garanzia davanti il gip Stefano Zammuto che nelle prossime ore deciderà se convalidare il provvedimento di fermo emesso dal sostituto procuratore della Repubblica Chiara Bisso. Raffaele Fragapane, assistito dall’avvocato Giuseppe Barba, ha preso dunque le distanze dai due palermitani (che per gli inquirenti sarebbero i complici) dichiarando di non sapere quali fossero le loro intenzioni di averle scoperte quando sono usciti dalla banca. Fragapane è stato condannato in primo grado per associazione mafiosa a 10 anni e 8 mesi nell’ambito dell’operazione antimafia “Montagna”.

Ammettono le responsabilità, invece, i due palermitani: si tratta di Martino Merino, 26 anni, ed Umberto D’Arpa, 53 anni. Questi ultimi, difesi dagli avvocati Salvatore Sieli ed Elena Gallo, hanno di fatto confessato. Nelle prossime ore il gip deciderà sulla convalida. 

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