Giudiziaria

Scomparso cinque anni fa su un peschereccio, chiesta archiviazione: familiari si oppongono 

La richiesta della famiglia è chiara: proseguire le indagini preliminari per accertare con completezza e rigore quanto accaduto

Pubblicato 4 giorni fa

È stata fissata per il 16 ottobre 2025, davanti al Giudice per le Indagini Preliminari Iacopo Mazzullo, l’udienza sulla richiesta di archiviazione presentata dalla Procura della Repubblica di Agrigento in merito alla scomparsa di Hamdi Besbes, marittimo tunisino imbarcato nel luglio 2020 su un peschereccio partito dalla Tunisia. A presentare opposizione è l’avvocato Antonino Catania, difensore della famiglia, che nel proprio atto evidenzia numerose “lacune investigative, contraddizioni dichiarative e accertamenti tecnici trascurati”.

La richiesta della famiglia è chiara: proseguire le indagini preliminari per accertare con completezza e rigore quanto accaduto. Elemento centrale dell’opposizione è il sequestro di un telefono cellulare, avvenuto presso l’Ospedale Civico di Palermo, dove si trovava ricoverato uno dei passeggeri del peschereccio. Il sequestro era stato formalmente sollecitato dai familiari sin dai primi giorni dopo la scomparsa, ritenendo il dispositivo compatibile con quello in uso ad Hamdi. Una successiva consulenza tecnica disposta dal Pubblico Ministero ha confermato che si trattava proprio del telefono di Hamdi, il quale risultava aver ricevuto proprio su quel dispositivo, il 21 luglio 2020, una chiamata dall’utenza intestata alla madre. Nel dispositivo però sono state rinvenute solo 41 fotografie, tutte scattate dopo la presunta scomparsa e riferite al soggetto che deteneva il telefono al momento del sequestro. La totale assenza di immagini o file precedenti solleva il sospetto, secondo la difesa, di una “cancellazione intenzionale dei contenuti originari”, in un contesto ancora da chiarire.

Ulteriori elementi critici emergono dalle versioni contrastanti fornite dai membri dell’equipaggio, in particolare rispetto al numero dei marittimi che si sarebbero “gettati in mare”, al momento della scomparsa e al ruolo effettivamente ricoperto da Hamdi a bordo. Alcuni lo descrivono come un soggetto sconosciuto, altri come il meccanico imbarcato da anni sul medesimo natante. In più occasioni, i racconti risultano incoerenti, reticenti o frammentari. Anche la richiesta di attivare una rogatoria internazionale per escutere formalmente i presenti a bordo – formulata dalla difesa già nel 2021 – non è mai stata accolta. La famiglia ritiene tale adempimento imprescindibile, soprattutto alla luce dei rapporti familiari che legano tra loro diversi membri dell’equipaggio, e chiede che le autorità italiane si attivino tramite i canali previsti dalla Convenzione bilaterale Italia–Tunisia.

A ciò si aggiunge, come ipotesi alternativa alla ricostruzione sinora fornita, una confidenza recentemente riferita alla famiglia, secondo cui la scomparsa potrebbe essere riconducibile a un fatto occorso a bordo, seguito da un “tentativo di rimuoverne le tracce”. La difesa sottolinea che si tratta di un “elemento da verificare”, ma coerente con le anomalie già documentate nel fascicolo, e quindi da non ignorare. A distanza di cinque anni, la famiglia Besbes continua a chiedere che sulla vicenda sia fatta piena luce. Ora spetta al Giudice per le Indagini Preliminari decidere se accogliere la richiesta di archiviazione del procedimento o disporre nuove attività istruttorie.

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