Realmonte, gli scavi portano alla luce una struttura termale a Villa Romana
La villa romana di Durrueli a Realmonte continua a riservare straordinarie sorprese dal punto di vista archeologico
La villa romana di Durrueli a Realmonte (AG) continua a riservare straordinarie sorprese dal punto di vista archeologico. La struttura, costruita sul mare e conosciuta anche come Villa di Publio Annio, infatti, si è rivelata essere molto più ampia e ricca di quanto finora noto. Le ultime scoperte arrivano dall’attività di ricerca condotta nelle scorse settimane in convenzione tra il Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, l’Università degli studi di Catania, la Scuola di specializzazione in Beni Archeologici (Università di Catania), l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (ISPC) e l’Istituto di Studi sul Mediterraneo (ISMed) del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Questa nuova campagna era finalizzata a chiarire le fasi costruttive della villa, le sue successive trasformazioni e indagare appunto le strutture termali emerse nel settore a nord del complesso. Gli scavi, che hanno avuto la direzione scientifica del progetto è affidata a Daniele Malfitana (Università di Catania e Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Catania), Antonino Mazzaglia (Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale), Stefania Pafumi (Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Studi sul Mediterraneo) e Maria Serena Rizzo (Parco Valle dei Templi) hanno confermato le ipotesi e restituito un quadro molto più completo della storia di questo sito culturale.
“Questa campagna – spiega Alessio Toscano Raffa (CNR-ISPC) che coordina le attività di scavo – ha restituito dei risultati da un certo punto di vista entusiasmanti, soprattutto nell’ambito della ricostruzione topografica e plano volumetrica del complesso della villa. E’ stata infatti individuata una nuova struttura termale a monte dell’area già nota, che ci consente di comprendere che lo sviluppo di questo complesso è molto più ampio di quanto si credesse. Abbiamo individuato in particolare degli ambienti, dove si conservano in maniera eccezionale tutti i sistemi di riscaldamento. Bisognerà adesso effettuare delle nuove attività di scavo che ci consentano di comprendere ancora meglio le caratteristiche di questo edificio termale che ruota intorno al complesso residenziale della villa”.
“Questa seconda campagna di scavo a Durrueli – commenta Malfitana – ha visto il coinvolgimento di tanti studenti degli atenei siciliani e di tutta di tutta Italia e ha rappresentato un progetto molto ambizioso perché ha cercato di ricostruire le fasi storiche della villa e a chiarire molte delle domande che sono rimaste aperte dagli scavi precedenti. Ci ha permesso soprattutto delineare una storia della villa molto più complessa di quella che già gli scavi degli anni ’80 del secolo scorso avevano delineato, con fasi di riutilizzo fino in età tardo antica. Contiamo di riprendere nuovamente le attività il prossimo anno, quindi indagini che diventeranno sempre più mirate”.
“Valorizzazione e ricerca sono le nostre priorità – spiega l’assessore regionale ai Beni culturali Francesco Paolo Scarpinato -. E’ coniugandole che possiamo ottenere risultati importanti come quelli di Realmonte, per offrire a turisti e cittadini nuove opportunità di visita e salvaguardare e conoscere la nostra storia”.
“Villa Romana è un sito al quale abbiamo dedicato le nostre attenzioni, prima giungendo alla riapertura alcuni anni e poi potenziando la gestione e la fruizione senza trascurare l’approfondimento scientifico grazie anche alla collaborazione del Cnr di Catania – dichiara il direttore Sciarratta -. Queste nuove meravigliose scoperte sono la testimonianza del fatto che il nostro è un impegno sempre vivo. In tal senso lavoreremo a breve con la realizzazione di una passerella che permetterà di evitare ai visitatori l’attraversamento della statale 115 per raggiungere le nuove aree di scavo”.




