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La commedia di Matteo Collura, “Todo modo” apre il cartellone teatrale del “Pirandello”

Diego Romeo e Paolo Cilona conversano nella “Sicilia agrigentina”

Pubblicato 8 mesi fa

Il cartellone del Teatro Pirandello 2024 si apre col botto: Todo modo e I due papi. Nella democristiana Agrigento nonché designata capitale della cultura, sarebbe salutare discutere sulla strage democristiana nell’hotel Zafer evocata da Sciascia e che Matteo Collura ha tradotto in commedia e poi le diatribe vaticane dei due papi tra potere spirituale e temporale. Totò Cuffaro che porta avanti la nuova Dc e Fratelli d’Italia che, secondo molti analisti, non fa mistero di voler diventare la nuova Dc, avranno qualcosa da dire e da aggiungere al teatro che è  tout court “la vita”. Per una cultura che affronti gli errori del passato e si convinca a non ripeterli.

Una domanda pertinente in ordine alla situazione politica attuale. Todo modo fu la metafora del disfacimento della classe politica al potere legata principalmente alla Democrazia cristiana con gravi riflessi a temi che riguardano mafia, politica e giustizia. Con grande lucidità Leonardo Sciascia raffigurava l’apocalisse di una Dc degenerata fino a giungere ad un congresso straziato da oscure morti dove facendo esplodere la dissociazione di religiosi e prelati poi uccisi dal contrasto fra il moralismo di facciata e l’immoralità. Il tentativo di fare rinascere la Democrazia cristiana da parte di irriducibili nostalgici credo che l’operazione in corso avrà  probabilmente un risveglio elettorale in forza di antiche e attuali promesse. Cambiare tutto per non cambiare niente. Alla fine possiamo ben dire povera terra mia. Il tentativo di ripristinare lo Scudo crociato non sarà di facile attuazione in quanto l’attuale sistema elettorale non aiuta a fare emergere menti vivaci dalla forte personalità politica. Oggi possiamo dire che il traguardo è ben lontano dalle aspettative nazionali. In Sicilia magari troverà un approccio elettorale, frutto di clientele specie nel settore sanitario”.

Giuseppe Di Rosa del Codacons ha dichiarato che la Regione ha versato 80 mila euro a Elettra Lamborghini show. Di  sicuro si sa che i deputati  regionali non si sono autotassati per ammannirci l’Elettra.

“L’arte non ha prezzo. Non esiste un menù che riguarda i costi relativi alle prestazioni canore, musicali, teatrali, e di intrattenimento in particolare. Tuttavia pagare 80 mila euro per un intervento artistico ci impone una profonda riflessione stante che sono fondi pubblici. E qui viene alla mente l’uso leggero del denaro dei contribuenti siciliani fortemente  tartassati dal caro vita. Una cosa la si può chiedere a mamma regione ed è quella di elaborare una dettagliata graduatoria dei compensi elargiti a cantanti, artisti, presentatori, gruppi musicali al fine di conoscere i costi delle prestazioni. Ne vale la pena. Mi ricordo una volta che un noto cantante percepì in un Comune 60 milioni e lo stesso in un altro la somma di 40 milioni delle vecchie lire. Piccole lievitazioni a seconda della  domanda  e dell’offerta”.

L’anno scolastico si apre con il giallo delle strisce pedonali dinanzi un edificio scolastico. Fatte, rifatte o non fatte?

“Ci sono amministratori che esultano e sorridono per la segnaletica stradale davanti le scuole cittadine. Ordinaria amministrazione che agli occhi di è chiamato a governare la cosa pubblica rappresenta straordinarietà e grande genialità operativa. Chi si accontenta gode. La realtà è ben diversa nel senso che la segnaletica, detto da molte persone, scompare quasi subito con grave nocumento per i pedoni ed anche per gli automobilisti. Il suggerimento che si offre agli amministratori di responsabilizzare gli uffici comunali a controlli mirati in ordine alla qualità dei prodotti impiegati, nel rispetto del capitolato d’appalto. Ogni altro suggerimento è superfluo. A noi piace vedere una segnaletica orizzontale su tutto il territorio comunale, nei punti stradali strategici in ordine alla viabilità cittadina”.

Lascia perplessi la difesa del sindaco Miccichè nei confronti dello schema-costituzione della Fondazione nonostante i rilievi formali che sono stati evidenziati.

“Il sindaco per insistere avrà le sue buone ragioni politiche, sociali e giuridiche. Bisogna capire i motivi delle criticità da parte dei revisori dei conti e non solo. Il tentativo di coinvolgere altri soggetti istituzionali non risolve il problema semmai crea ulteriori perplessità. La soluzione più praticabile è quella di azzerare la composizione operativa che portò il progetto di Agrigento capitale della cultura a vincere la competizione contro gli altri comuni candidati. Bisogna in poche parole sciogliere il nodo di partenza ed aprire una nuova fase operativa tutelando le prerogative del Comune come soggetto attuatore del programma e di gestore dei fondi nazionali, regionali e comunali. Non bisogna perdere ulteriore tempo nell’interesse generale della città”.

Nessuno, a tutti i livelli politici, si pone il problema di cambiare la legge elettorale che, così “porcellum” come è, sta debordando nel familismo amorale di oggi.

“Abbiamo preso coscienza che l’attuale legge elettorale non rientra e non rientrerà tra gli  impegni prioritari del Parlamento italiano. L’attuale legge sta benissimo alle segreterie nazionali dei partiti, ai gruppi parlamentari, ai segretari nazionali e agli apparati di gruppo. L’attuale legge mortifica il territorio, che subisce l’elezione di deputati calati dall’alto che non hanno alcun rapporto, come le nordiste Fascina, Craxi, Brambilla. Senza pudore alcuno i partiti si sono appropriati del diritto sancito dalla Costituzione che assegna il potere di voto al popolo sovrano. Un popolo che non ha alcuna possibilità di scelta del candidato che in sua assenza viene attuata dai segretari dei partiti. Il Porcellum piace ai gestori di potere. Bisogna sin d’ora criticare l’attuale legge e possibilmente raccogliere le firme per ripristinare le circoscrizioni elettorali e ridare al cittadino la facoltà di scegliere il proprio candidato. La democrazia va sostenuta e tutelata a prescindere dagli interessi dei segretari nazionali dei partiti. Cambierebbe la rappresentanza parlamentare e soprattutto ci sarebbe un rapporto privilegiato del territorio, oggi  in balia di deputati estranei”.

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