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Muri di gomma su Agrigento capitale (?) della cultura

Diego Romeo e Paolo Cilona conversano nella “Sicilia agrigentina”

Pubblicato 9 mesi fa

Siamo al punto in cui certi comuni della provincia dapprima chiamati a partecipare ad Agrigento capitale, oggi si sentono delusi e ignorati. Quali le motivazioni?

“I sindaci dei comuni interessati e collegati al progetto di Agrigento capitale della cultura si sentono poco coinvolti al grande evento previsto per il 2025. Al momento non hanno torto in quanto si sentono del tutto esclusi dalla logistica  relativa all’organizzazione degli impianti e a quella dell’offerta turistica e dei collegamenti viari. In poche parole a tutt’oggi è venuta meno la regia operativa con il compito di proporre una piattaforma unitaria e di condivisione di un progetto comune. Perdere ulteriore tempo significa creare un muro di gomma tra i vari soggetti che hanno partecipato seppure di sostegno alla proclamazione di Agrigento. La presa di posizione del Comune di Favara alimenta il profondo disagio e tanta critica nei confronti del comune capofila”.

Quanto il costo dello spettacolo “La pace” di Aristofane che registrava tra 200 e 300 posti riservati? Tu credi che l’elenco dei privilegiati sia sempre lo stesso per assicurare il consenso.?

“Francamente non lo so. Uno spettacolo al pari di quello portato in scena al Piano San Gregorio ha sempre un elevato costo da pagare. Chi abbia pagato la compagnia  non è nostro compito trattandosi di un evento culturale. Quello che occorre invece criticare è la massiccia presenza agli spettacoli di centinaia e centinaia di portoghesi, beneficiari di un generoso lasciapassare da parte degli organizzatori. Persone iscritte in un elenco immutabile in forza di una appartenenza politica pura e dura? Per spirito di saggezza e per equità di trattamento bisogna pubblicare l’elenco all’albo pretorio del comune per avere una visione completa di coloro che hanno il privilegio di entrare in pompa magna a tutti gli spettacoli organizzati e pagati però dai contribuenti. Trecento persone mi fanno pensare alla spigolatrice di Sapri. Erano belli e forti e sono morti. I 300 che entrano a sbafo invece non appartengono agli eroi ma al ceto dei privilegiati”.

Come mai la Regione siciliana non si è ancora attivata per indire le elezioni provinciali?

“È un ritardo incomprensibile, una decisione politica del tutto avulsa dalla realtà della regione siciliana che lascia languire le province sotto la gestione opaca dei vari commissari. E qui vengono meno le posizioni essenziali dei partiti presenti all’assemblea regionale siciliana. Le competenze delle province in materia scolastica e viaria, turistica e ambientale sono essenziali per lo sviluppo del territorio in forza della rappresentanza politica nei vari consigli. La perdita di ulteriore tempo aggrava la situazione istituzionale della provincia intesa come ente intermedio tra la regione e i comuni. Da qui la necessità di rilanciare le nove province che hanno tante potenzialità da svolgere compiutamente nell’interesse delle popolazioni”.

Sono diventate troppe le coincidenze di cittadinanza onoraria. Ma così non si corre il rischio di una svalutazione del riconoscimento?

“Senza dovere entrare nel merito la tua domanda è pertinente nel senso che alla base del conferimento da parte dei comuni sussistano elementi di particolare rilevanza pubblica da parte di persone che si sono rese protagoniste di azioni professionali a servizio di un territorio cittadino. Infatti, la cittadinanza onoraria è tributata quale civico riconoscimento in favore di una persona che nel corso della sua dimora in un Comune abbia evidenziato un sentimento di appartenenza e di profondo innamoramento con il territorio comunale. Esempi positivi che costituiscono civiche benemerenze ed attestati di gratitudine per l’opera prestata a sostegno della comunità. I passaggi amministrativi: Sindaco, Giunta e Consiglio comunale, costituiscono sul piano istituzionale la convergenza unitaria a favore per chi non essendo iscritto nell’anagrafe del Comune, si sia particolarmente distinto nei diversi campi dello scibile umano con attività ed iniziative culturali, professionali, importanti. Nel caso contrario, dove sono venute meno i requisiti di merito, il Comune si assume le responsabilità del conferimento che si basa esclusivamente sugli aspetti solo amicali”.

La presa di posizione del procuratore Salvatore Vella di Agrigento in riferimento alla biblioteca dellutriana fa stridere fortemente il silenzio della Regione e dei politici locali.

“Il silenzio degli esponenti della destra ed in particolare quelli di Forza Italia costituisce amara convergenza con l’operato di Schifani che vuole imporre nel cuore della Valle dei Templi l’istituzione di una biblioteca secondo il dettato ferreo dell’amico e apparentato forzista Dell’Utri. Una forte provocazione al territorio agrigentino che nella lotta alla mafia ha pagato con il sangue di tanti martiri come i giudici Saetta, Livatino, il maresciallo Guazzelli e di tanti altri servitori dello Stato. La presa di posizione del procuratore Vella assume un particolare significato politico-istituzionale che non lascia ombra alcuna sul piano della responsabilità. Il presidente della regione ha il dovere di respingere la proposta del suo carissimo concittadino”.

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