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Oltraggio Scala dei turchi, avviso orale per due favaresi

Sono due favaresi di mezza età Domenico Quaranta e Francesco Geraci

Pubblicato 2 anni fa

Alla fine, dopo tre giorni di investigazioni febbrili mescolate con l’indignazione dell’opinione pubblica mondiale per lo scempio della Scala dei turchi, i “manigoldi” che hanno tinteggiato di rosso la marna bianca in procinto di diventare Patrimonio dell’umanità Unesco sono stati trovati.

Due favaresi di mezza età Domenico Quaranta, 49 anni e Francesco Geraci, 47 anni, vecchie conoscenza degli inquirenti soprattutto il primo che può vantare un palmarès di grande pregio criminale: un tentativo di attentato – con bombole a gas – in piena Valle dei templi; un altro tentativo di attentato nelle viscere di Milano (metropolitana); la più recente “verniciata” di rosso di un altro sito incantevole di marna, Punta bianca, e adesso, l’attacco alla Scala dei turchi.

Per arrivare all’identificazione dei due responsabili del raid alla Scala dei Turchi di Realmonte “sono state raccolte e visionate le immagini di 50 diverse telecamere”, afferma il  colonnello Vittorio Stingo, comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento. Abbiamo ricostruito il percorso dei due da quando sono usciti da casa, dall’inizio alla fine, utilizzando tecniche tradizionali accanto a quelle più innovative e tecnologiche. Sino ad arrivare alla loro individuazione”.

I due favaresi, secondo la ricostruzione operata dai militari dell’Arma, sono stati controllati a ritroso, cioè sono stati ricostruiti tutti i loro movimenti e spostamenti, dall’uscita da Favara a bordo del furgone Ford Transit di Geraci (che è stato sequestrato anche se l’uomo afferma di non aver colorato di rosso la scogliera) sino all’arrivo alla Scala dei turchi, passando da Villaseta e Porto Empedocle, dove entrambi sono stati immortalati da più telecamere di videosorveglianza mentre scaricavano pesanti sacchi colmi di polvere di ossido di ferro, la stessa sostanza usata per imbrattare la scogliera. Con elementi di prova piuttosto solidi in mano i carabinieri hanno accelerato i tempi delle indagini – di concerto con la Procura della Repubblica – consegnando il relativo rapporto giudiziario che inchioda i due favaresi.

Adesso saranno il Procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio e il sostituto Chiara Bisso a fortificare l’impianto accusatorio con i successivi accertamenti anche e principalmente sui telefoni cellulari sequestrati.

Il capo della Procura, tramite comunicato, fornisce un quadro esaustivo della vicenda e sulla personalità degli indagati: “Domenico Quaranta risulta essere già stato sottoposto a misura di prevenzione e da ultimo nuovamente riproposto (proposta tuttavia rigettata dal Tribunale di Palermo) ed è in atto sottoposto al divieto di avvicinamento ad Agrigento disposto dalla Questura di Agrigento. Quanto alle motivazioni del gesto si ipotizza un atteggiamento di generica e vaga contestazione nei confronti del sistema e delle Forze dell’ordine, come è dato scorgere sulle pagine dei social dello stesso indagato”.

Già, i social: ieri Domenico Quaranta che usa frequentemente TikTok non si è tirato indietro e ha postato un video beffardo gravido di offese per gli investigatori.

“Il materiale probatorio raccolto – afferma ancora Patronaggio – deve essere ora valutato dal pm procedente e successivamente dal giudice competente. Si procede, fatta salva la presunzione di innocenza per entrambi gli indagati, per l’ipotesi di reato di danneggiamento di beni avente valore paesaggistico”.

Molto soddisfatti i carabinieri che hanno chiuso le indagini in brevissimo tempo. Il colonnello Vittorio Stingo afferma: “Un atto scellerato, compiuto con la chiara volontà di denigrare un territorio, non un atto di follia o di vandalismo fine a se stesso. Per fortuna la vernice rossa utilizzata per deturpare la Scala dei Turchi è stata rimossa senza grossi danni a differenza di quanto accaduto alla riserva naturale di Punta Bianca. È stata data una risposta immediata a un atto scellerato  Noi tuteliamo tutto ciò che fa parte del nostro patrimonio”.

Il maggiore Marco La Rovere, comandante dei carabinieri della Compagnia di Agrigento dal canto suo precisa “Abbiamo messo in campo tutte le forze possibili per arrivare presto alla soluzione del caso. Un atto di sfida simile non passa certo inosservato e ha meritato una risposta tempestiva”.

Intanto,  attesa di eventuali e attesi provvedimenti giudiziari, a fare la prima mossa è la Questura di Agrigento, con il suo massimo esponente Rosa Maria Iraci, che ha fatto notificare agli “scempiatori” della Scala dei turchi, Domenico Quaranta 49 anni e Francesco Geraci, 47 anni, due avvisi orali ciascuno, molto articolati.

Nel primo, oltre a mettere in evidenza il grado di pericolosità sociale dei due uomini, indagati per danneggiamento di beni avente valore paesaggistico, viene fatto divieto ad entrambi di recarsi in tutto il territorio di Realmonte per tre anni.

Nel secondo, invece, si obbliga i due favaresi a non detenere armi giocattolo, radio-ricetrasmittenti, sostanze chimiche, auto blindate, forbici, sacchetti di plastica, guanti.

E’ un provvedimento adottato con celerità dal Questore Iraci per contenere le attività sinora seriali soprattutto di Domenico Quaranta e del suo complice (che normalmente vende uova come ambulante a Favara)..

Stasera, la vicenda dello scempio della Scala dei turchi, la scogliera imbrattata di polvere di ossido di ferro che ha colorato di rosso la marna bianca, è stata rilanciata da Canale 5 con  Striscia la notizia che ha mandato un lungo servizio di Rajae Bezzaz dedicato a Domenico Quaranta dall’eloquente titolo: “Scala dei turchi, l’imbrattatore poteva essere fermato”.

Striscia la notizia su Quaranta
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