Una cronaca di Grandangolo approda nelle pagine di “103 racconti” brevi
Il titolo del libro è più enigmatico “103 A-Zine”. Una “zine” – spiega il curatore Nicolo D’Alessandro – è un opuscolo indipendente o autopubblicazione, non commerciale, a piccola tiratura. Il progetto “A-zine” era nato nel giugno 2019 e questo libro che raccoglie racconti brevissimi (540 parole), vuole restituire loro una vita più lunga e duratura […]
Il titolo del libro è più enigmatico “103 A-Zine”.
Una “zine” – spiega il curatore Nicolo D’Alessandro – è un opuscolo indipendente o autopubblicazione, non commerciale, a piccola tiratura. Il progetto “A-zine” era nato nel giugno 2019 e questo libro che raccoglie racconti brevissimi (540 parole), vuole restituire loro una vita più lunga e duratura ed è un dichiarato invito alla lettura”.
Oggi, con l’apporto della editrice favarese Medinova questi 103 racconti sono stati raccolti in una pubblicazione di 190 paginette tutte divorabili e con il finale delle storie raccontate che si può scoprire a piè di pagina senza attendere la centonovantesima.
Gli autori, rigorosamente 103, si sono attenuti al preciso limite di 540 parole, inviando da ogni parte del globo i loro scritti. C’è Stanley Barkan poeta americano, Mary Bunten insegnante di scrittura creativa all’università del Kansas, Sultan Catto con uno scritto in memoria dei suoi amici Allen Ginsberg, Allan Geller e Ed Belsky; LeRoy Chatfield promotore in America del Movimento lavoratori agricoli; Silvia Kofler poetessa e traduttrice; Bill Wolak poeta americano e fotografo; i bulgari Vantzeti Vassilev e Bissera Videnova e infine 95 italici che hanno tratto dai loro cassetti prose ed endecasillabi lunghi una intera pagina del libro.
Tra questi una cronaca apparsa su Grandangolo nel 2006: “Ad Agrigento è morto un tale” di Diego Romeo e non sono pochi i giornalisti che hanno risposto al richiamo di D’Alessandro come Francesco Pira, Aldo Gerbino, Daniele Barresi, Alfonso Gueli, Nino Giaramidaro, Giulio Giallombardo, Antonio Fragapane, Antonio Fiasconaro, Carmen De Stasio e poi storici come Rosario Lentini, imprenditori, scenografi, costumisti, fondatori di correnti poetiche, insomma una filiera di risorse umane e letterarie su cui riflettere.
E ancora la casa editrice Medinova torna ad essere protagonista per la pubblicazione di “Gente Mia” una inedita raccolta di fotografie scattate nel corso degli ultimi decenni dall’attore agrigentino Gianfranco Iannuzzo.
Infaticabile raccoglitore di memorie e atmosfere agrigentine, Iannuzzo in questo libro dispiega in pellicola la sua teatrale “Girgenti amore mio”. In pellicola perché Iannuzzo ancora si affida alla sua vecchia Contax col 50mm, alla Leica col suo 21mm che gli abbiamo visto appese al collo nelle sue peregrinazioni per il centro storico accompagnato da un altro fotografo girgentano, Gabriele Bruccoleri.
Ma quello che scaturisce da questo girovagare lo conferma lo stesso Iannuzzo nella sua particolareggiata introduzione: “Scopro soprattutto oltre alla intrinseca bellezza architettonica degli antichi quartieri del centro storico, una umanità straordinaria fatta di ospitalità, accoglienza, cordialità, generosità ma anche di passione, culto dell’amicizia, senso di appartenenza, orgoglio cittadino, grande amore per la propria città”.
Che vorrebbe dire un amore corrisposto all’attore agrigentino Iannuzzo ma che attende ancora di essere corrisposto dalle amministrazioni che si susseguono con preoccupante regolarità.