Sciacca

Riapertura Terme di Sciacca, verso la mobilitazione di giorno 6 Marzo

La manifestazione è organizzata dal comitato civico patrimonio termale di Sciacca

Pubblicato 2 mesi fa

Il Comitato Civico Patrimonio Termale di Sciacca ha organizzato una Giornata Civica di Mobilitazione Popolare per mercoledì 6 marzo, giorno in cui ricorre il nono anniversario dalla chiusura delle Terme di Sciacca, messa in atto dalla Regione il 6 Marzo del 2015.

“Scendiamo in piazza e raggiungiamo tutti insieme in corteo il piazzale antistante lo stabilimento termale, nella giornata civica di mobilitazione popolare per le Terme di Sciacca, per innalzare forte la voce di una comunità territoriale che rivuole le sue Terme e vuole valorizzarle come meritano: partecipate e/o aiutateci dando a questa protesta l’eco che merita.” Si legge nella nota da parte del Comitato.

Un patrimonio termale che ha proprietà terapeutiche naturali uniche al mondo, che dovrebbe essere veicolo di ricchezza e di turismo lungo tutto l’arco dell’anno e che invece è stato abbandonato, nell’incuria e nel degrado, con i lucchetti ai cancelli.

“Mentre ovunque il termalismo sanitario e del benessere diventa risorsa preziosa, a Sciacca rimangono chiusi 2 stabilimenti termali, di cui uno in puro stile Liberty e un altro, le Terme selinuntine,  risalente all’800, le grotte vaporose di San Calogero, scoperte dagli antichi greci, con caratteristiche naturalistiche e terapeutiche uniche al mondo, un complesso di piscine di acque salsobromoiodiche, tre hotel, uno dei quali ristrutturato ed inaugurato due volte ma mai aperto, un parco con piscina termale sulfurea su cui, ancora, si investono soldi pubblici per tenerlo chiuso: solo pochi mesi fa circa 500.000 euro spesi per manutenzione straordinaria. Alla lista si aggiungono un teatro progettato per oltre 2 mila spettatori, dopo 40 anni ancora incompiuto, e un auditorium con annesse sale convegni ed uffici. Non esiste altrove una tale concentrazione di beni pubblici non utilizzati che si traducono in  occasioni perse di sviluppo, economia, benessere e occupazione, di fatto negati alla città e all’intero territorio. Soldi persi e soldi spesi male. Dunque è arrivato il momento di scendere in piazza”, ha concluso nella nota il comitato.

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