Disordini in atto nel carcere di Trapani, cinque poliziotti feriti
La situazione era già stata denunciata dal Sappe e da altri sindacati
Altissima tensione nel carcere di Trapani, dove sono in corso violenti disordini da parte di alcuni dei detenuti. Una situazione incandescente, già denunciata dal SAPPE dagli altri Sindacati del Corpo, rispetto alla quale non sono stati però assunti adeguati provvedimenti.
“La situazione è molto critica”, denuncia Gaspare D’Aguanno segretario provinciale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Una quindicina di detenuti si sono barricati della saletta scuola del secondo piano del Reparto Mediterraneo e si sono attrezzati con armi rudimentali: già cinque poliziotti sono rimasti contusi mentre sono in atto anche devastazioni della Sezione. Mi sembra evidente che c’è necessità di interventi immediati da parte degli organi ministeriali e regionali dell’Amministrazione Penitenziaria, che assicurino l’ordine e la sicurezza in carcere a Trapani tutelando gli Agenti ed il personale tutto che vi presta servizio. Ed è grave che non siano stati raccolti, nel corso del tempo, i segnali lanciati dal SAPPE sui costanti e continui focolai di tensione nelle carceri siciliane”.
Il segretario generale del SAPPE Donato Capece giudica la condotta dei detenuti violenti “irresponsabile e gravissima: sono quotidiane le nostre denunce con le quali evidenziamo che le carceri in Sicilia (in sono ristrette in cella oltre 7.000 persone) sono ad alta tensione: chi aggredisce un poliziotto aggredisce lo Stato e la risposta deve allora essere ferma ed immediata, anche riaprendo carceri nelle isole come Pianosa”. Rinnova al DAP la richiesta di potenziamento degli organici della Polizia Penitenziaria dei Reparti regionali, rammentando che “la popolazione carceraria nazionale attuale è composta per un 30% di detenuti in attesa di giudizio; 30% di detenuti extracomunitari e un 20% di tossicodipendenti”. Il leader nazionale del SAPPE ricorda infine che “il SAPPE da decenni chiede l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene ma anche la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinari.”. E torna a chiedere la dotazione, per il personale del Corpo, di strumenti di tutela e garanzia non letali come i flash ball ed i bola wrap: il primo è un fucile che spara proiettili di gomma, già in dotazione alla Polizia Penitenziaria francese, mentre la seconda è un’arma di difesa che spara lacci bloccante le gambe dei riottosi, anch’essa già in uso ad alcune Polizie locali di alcune città italiane. “Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!” conclude Capece.