Montevago

Da Montevago all’Ucraina, Valentina: “Aiuterò a ricostruire Chernihiv”

Ripartono per Chernihiv Valentina e i suoi due figli, accolti per due mesi a Montevago

Pubblicato 2 anni fa

La guerra in Ucraina non è ancora finita, ma tra i profughi arrivati nell’Agrigentino chi può comincia a ritornare in patria. Ripartono per Chernihiv Valentina e i suoi due figli, accolti per due mesi a Montevago nell’ambito dell’iniziativa umanitaria “Un cuore per l’Ucraina”, promossa dall’amministrazione comunale in collaborazione con l’associazione di volontariato “A Cuore Aperto” e altre associazioni del territorio.

“Questa mattina la mia amica Anastasia è ripartita con la mamma Valentina e il fratello Ivan verso l’Ucraina dopo due mesi in Sicilia. La resistenza della loro città, Chernihiv, ha bloccato l’avanzata dei russi verso Kiev. Ora oltre il 70% degli edifici di Chernihiv è distrutto e Valentina sta tornando per ricostruire. Lì la aspetta il marito, papà di Anastasia e Ivan. Ci siamo salutati con gli occhi lucidi e la speranza di rivederci in Italia o magari anche a Chernihiv”.

Lo ha fatto sapere ieri Mariastella Ruvolo, tra le volontarie dell’associazione “A Cuore Aperto” che ha partecipato, due mesi fa, alla missione in Polonia insieme al padre, il cardiochirurgo Giovanni Ruvolo, sul bus umanitario partito dalla Sicilia con un carico di medicine e beni di prima necessità e tornato in Italia con 39 profughi ucraini, 34 dei quali accolti a Montevago, dove due settimane fa sono arrivate altre 8 persone in fuga dalla guerra.

I profughi ucraini sono accolti a Montevago in abitazioni messe a disposizione gratuitamente dai cittadini, alcuni dei quali hanno vissuto l’esperienza da sfollati dopo il terremoto che nel 1968 devastò il Belìce e furono accolti chi a Milano, chi in Svizzera. “Grazie di cuore ai cittadini di Montevago per l’affetto e l’accoglienza, grazie a chi ci ha ospitato e continua ad ospitare i nostri amici nelle proprie case e chi ci ha aiutato in ogni modo, ci siamo trovati molto bene”, ha detto Valentina che a Chernihiv tornerà a fare l’insegnante.

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