Lampedusa

Giorno della memoria, il sindaco Martello: “a Lampedusa piangiamo ancora vittime”

 “Ancora una volta qui a Lampedusa e a Linosa arriviamo al Giorno della Memoria dovendo fare un respiro profondo, con l’intensità di una riflessione dolorosa: piangiamo altre vittime innocenti, esseri umani partiti e mai arrivati, persone che non conosceranno mai il senso e la possibilità di una nuova vita. La Memoria consegna all’eternità la capacità […]

Pubblicato 2 anni fa

 “Ancora una volta qui a Lampedusa e a Linosa arriviamo al Giorno della Memoria dovendo fare un respiro profondo, con l’intensità di una riflessione dolorosa: piangiamo altre vittime innocenti, esseri umani partiti e mai arrivati, persone che non conosceranno mai il senso e la possibilità di una nuova vita. La Memoria consegna all’eternità la capacità degli uomini di compiere il male: l’enormità della follia nazifascista e lo sterminio di milioni di ebrei e di infinite persone innocenti che abbiamo il dovere di ricordare per sempre”. A dirlo è il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, ricordando i sette migranti morti nel tentativo di raggiungere le coste dell’Europa insieme ad altri 280 compagni di viaggio soccorsi dagli uomini della Capitaneria di porto e della Guardia costiera.   “Ma la Memoria è anche un timone della Storia – prosegue -: ci ammonisce ogni giorno su quale debba essere la dimensione giusta del nostro percorso. Un percorso che, nel cuore del Mediterraneo, vogliamo sia di Pace. Ogni qual volta l’incuria, l’indifferenza ed il cinismo smarriscono il rispetto della dignità anche di un solo essere umano, si corre il rischio di smarrirlo per tutti. Per questo l’Olocausto non dovrà mai essere archiviato come un ‘tema del passato’, deve invece essere un monito per il presente e per il futuro. Spetta alla Democrazia esserne il costante contraltare: un metodo che necessita di passione, coraggio e consapevolezza perché la vita è sacra, e voltare lo sguardo altrove quando qualcuno annega e muore, ci ricorda quanta colpa vi sia in chi sapeva dei campi di concentramento, ma taceva su quel sangue e quella disperazione – conclude Martello -. Il 27 gennaio del 1945, alla fine della seconda Guerra mondiale, la 60esima armata dell’esercito sovietico abbatteva i cancelli di Auschwitz. Spetta a noi impegnarci, ogni giorno, per abbattere i cancelli dell’indifferenza, dell’odio e dell’intolleranza”

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