Migranti, le Ong: “sicurezza e soccorso, si’! Hotspot e militarizzazione, no!”
“Sicurezza e soccorso, si’! Hot-spot e militarizzazione, no! Accogliamo con favore l’iniziativa del Comune di Lampedusa e Linosa, che vuole portare le isole in un ‘percorso per la pace’ – un processo visionario per l’umanita’, invitando e coinvolgendo anche tutti gli attori civili del soccorso in mare”. Lo dicono in una nota congiunta una dozzina […]
“Sicurezza e soccorso, si’! Hot-spot e militarizzazione, no! Accogliamo con favore l’iniziativa del Comune di Lampedusa e Linosa, che vuole portare le isole in un ‘percorso per la pace’ – un processo visionario per l’umanita’, invitando e coinvolgendo anche tutti gli attori civili del soccorso in mare”. Lo dicono in una nota congiunta una dozzina di ong: Alarm Phone, Mediterranea Saving Humans, Borderline Europe, Emergency, Iuventa, Louise Michel, Medici Senza Frontiere, Mission Lifeline, R24 sailtraining, Resqship Salvamento Maritimo Humanitario, Sarah Seenotrettung, Sea Eye. Da domani a sabato l’isola ospitera’ iniziative in favore della pace e domani e’ previsto l’arrivo del presidente della Camera Roberto Fico.
“Riconosciamo Lampedusa – aggiungono i firmatari – come ‘isola che salva’. Ma salvare non significa tenere gli esseri umani in campi o hot spot. Come possiamo vedere di fronte all’arrivo dei profughi dall’Ucraina, occorre consentire che le persone si muovano in tutta Europa. Vediamo invece come possa essere terribile la situazione opposta, nelle isole greche come Lesbo o Samos, dove le persone sono bloccate o detenute in campi per mesi o anni, e dove viene creata, politicamente e artificiosamente, una situazione di crisi permanente. Il sistema degli hotspot – con la trasformazione delle isole di confine in zone militarizzate di emergenza – non potra’ mai essere accettabile. E a Lampedusa dovrebbe essere superato dalla proposta del ‘Percorso per la pace'”. Come passo concreto in questa direzione, sosteniamo la richiesta del sindaco – conclude la nota – di sostituire le ‘navi quarantena’ con un sistema rapido e permanente per trasferire le persone arrivate a Lampedusa verso la terraferma. Il governo italiano ha prorogato l’uso delle navi quarantena fino al 30 aprile. Queste navi non hanno mai avuto alcuna motivazione sanitaria valida per contrastare la pandemia. Piuttosto, sono state usate come hot-spot galleggianti”.