Trapani

Operazione “Fort Knox”, riciclaggio oro rubato, arrestato gioielliere fratello pentito: 13 indagati (vd)

Carabinieri e Guardia di finanza hanno arrestato due gioiellieri di Castelvetrano, accusati di riciclare oro rubato, e sequestrato beni per circa 1,7 milioni di euro.  Agli arresti domiciliari, su ordine del gip di Marsala, che ha accolto la richiesta della locale procura, Tommaso Geraci, 65 anni, gioielliere di Castelvetrano, con precedenti di polizia, fratello di […]

Pubblicato 5 anni fa

Carabinieri e Guardia di finanza hanno arrestato due gioiellieri di Castelvetrano, accusati di riciclare oro rubato, e sequestrato beni per circa 1,7 milioni di euro. 

Agli arresti domiciliari, su ordine del gip di Marsala, che ha accolto la richiesta della locale procura, Tommaso Geraci, 65 anni, gioielliere di Castelvetrano, con precedenti di polizia, fratello di Francesco, il pentito che ha svelato molti segreti della latitanza del boss Matteo Messina Denaro, e il figlio Antonino, 37 anni, accusati di riciclaggio e impiego di denaro, beni e utilita’ di provenienza illecita oltre che per false fatturazioni ed evasione d’imposta. 

Le indagini dei finanzieri del Nucleo di Polizia economico finanziaria e dei carabinieri del Nucleo investigativo, compiute nell’ambito dell’operazione “Fort knox” hanno permesso di svelare l’esistenza di una diffusa attivita’ illecita, volta al riciclaggio e al reimpiego di notevoli quantita’ di oro di provenienza illecita. Indagate anche altre 13 persone.

Tra i beni sequestrati a Geraci, una lussuosa villa a Castelvetrano, una imbarcazione, auto di ingente valore, oltre alla loro societa’ Gia srl, attiva nel settore dei metalli preziosi, con la quale gli indagati gestivano due Compro oro a Mazara del Vallo e Castelvetrano, nonche’ i conti bancari per un ammontare complessivo di circa 1,7 milioni di euro. La rete creata dai due, padre e figlio, si serviva della complicita’ di malviventi che vendevano l’oro proveniente da furti e rapine, nonche’ di alcuni Compro oro che, attraverso numerose fatture per operazioni inesistenti, consentivano di nascondere la provenienza illecita dell’oro e di ottenere un notevole risparmio di imposta. L’oro veniva poi rivenduto dai Geraci ad ignare fonderie che pagavano il metallo prezioso in base alla quotazione giornaliera. Potevano cosi’ godere di centinaia di migliaia di euro ‘ripuliti’. Provato un consolidato sistema di riciclaggio di denaro. Il rilevante ammontare delle fatture per operazioni inesistenti veniva sottratto dagli indagati dalle casse sociali della societa’, per effettuare i pagamenti delle fatture false. Il denaro pero’ veniva restituito da chi aveva consapevolmente emesso la fattura per operazioni inesistenti agli stessi Geraci che se ne appropriavano senza riversarlo nelle casse sociali, nascondendolo di conseguenza al fisco. Tutte le persone coinvolte guadagnavano cosi’ ingenti somme di denaro a discapito delle vittime dei furti e delle rapine. Gli ulteriori tredici indagati, infatti, rispondono di ricettazione, riciclaggio, impiego di denaro, beni e utilita’ di provenienza illecita e false fatturazioni. 

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