Racalmuto, parrucchieri ed estetiste chiedono aiuto per riaprire le attività
Il nuovo decreto del presidente del Consiglio dei Ministri del 26 aprile ha lasciato l’amaro in bocca a diverse categorie di lavoratori e imprenditori. Ad attendere ancora un po’ saranno le attività di parrucchieria, barberia, estetica, nails e di tutte le altre attività concernenti i servizi più strettamente collegati alla cura ed al benessere della persona. […]
Il nuovo decreto del presidente del Consiglio dei Ministri del 26 aprile ha lasciato l’amaro in bocca a diverse categorie di lavoratori e imprenditori. Ad attendere ancora un po’ saranno le attività di parrucchieria, barberia, estetica, nails e di tutte le altre attività concernenti i servizi più strettamente collegati alla cura ed al benessere della persona.
Gli imprenditori del settore di Racalmuto hanno inviato una lettera al Sindaco Vincenzo Maniglia e al Presidente della Regione Nello Musumeci nella quale chiedono una riapertura anticipata, ma anche più controlli contro l’abusivismo dilagante, che dal momento della diffusione del coronavirus è aumentato in modo esponenziale.
“Stiamo provvedendo ad organizzarci per l’eventuale apertura dei nostri locali sostenendo dei costi in merito a Sanificazione, acquisto di attrezzature e materiale per la disinfezione, acquisto di mascherine, guanti, visiere e tutto quello che ne concerne”, scrivono i rappresentati delle categorie Simona Emmanuele per le estetiste e Graziella Milazzo per i parrucchieri.
“Visto le disposizioni del decreto, noi per i metraggi dei nostri locali saremo costretti a lavorare con un cliente alla volta e questo implica un guadagno alquanto ridotto compromettendo inevitabilmente la nostra situazione economia con un calo delle presenze e della forza lavoro. Chiediamo, sottolineano i rappresentati, un aiuto concreto per la riapertura e adeguamento dei locali e sensibilizzare i nostri concittadini ad evitare l’esecuzione di servizi a domicilio che vanno ad alimentare il lavoro nero mettendo a rischio la salute di tutti e in caso di contagio saremo costretti poi a prolungare la nostra chiusura”.