Ribera

Ribera, stanza del sindaco intitolata a Rosario Livatino

Alla cerimonia presenti anche il Prefetto e il Questore

Pubblicato 3 anni fa

Sono stati il sindaco Matteo Ruvolo e il prefetto Maria Rosa Cocciufa stamattina al comune di Ribera a scoprire insieme la targa che da oggi intitolera’ la stanza del primo cittadino alla memoria di Rosario Livatino. Una intitolazione che si inserisce nel momento in cui, 31 anni dopo l’omicidio del “giudice ragazzino”, la Chiesa lo ha proclamato beato.

Un omaggio che il sindaco Ruvolo ha definito “piu’ che simbolico, perche’ oggi piu’ che mai – ha aggiunto – ritengo che i rappresentanti della pubblica amministrazione debbano ispirarsi agli esempi migliori, come quello di chi, per il suo impegno, ha pagato il prezzo piu’ alto, quello della vita”. Alla cerimonia ufficiale di oggi hanno partecipato anche i vertici delle forze dell’ordine, magistrati del tribunale di Sciacca, esponenti della chiesa agrigentina, il prefetto di Agrigento Maria Rosa Cocciufa e il questore Rosa Maria Iraci.

Quest’ultima ha reso omaggio alla figura di Livatino dedicandogli il sequestro di beni per 400 mila euro operato nelle scorse ore dalla polizia di Stato nei confronti dei fratelli Maira di Canicatti’, ricordando come uno dei due (Antonio), ritenuto esponente della Stidda, fu condannato negli anni Ottanta nell’ambito di un processo dove il Pm era proprio Livatino.

Le dichiarazioni di Giusy Savarino

Desidero esprimere la mia più sincera vicinanza a Ribera e al suo primo cittadino, Matteo Ruvolo, in questa giornata dedicata a un eroe di Stato, il Beato Livatino, uomo e martire distintosi per il coraggio, la determinazione e la devozione al lavoro”, dichiara l’onorevole Giusy Savarino.
“Purtroppo non mi è stato possibile essere fisicamente presente nel Palazzo di Città perché impegnata su più fronti, in Commissione IV sul ddl Edilizia e in audizione con il Ministro Patuanelli. È impresso indelebilmente nei miei ricordi – continua l’Onorevole – il giorno in cui, da giovane liceale, ebbi l’occasione di incontrare il Giudice Livatino assieme agli altri studenti, nella scuola dove pure lui studio a Canicattí, il Liceo Classico Ugo Foscolo.
Mi apparve come un uomo solido ma delicato, dai toni umili.
Poco dopo lo uccisero. Fu allora che compresi tutta la brutalità e la violenza di cui la mafia era capace.
Fu allora che Rosario Livatino, il giudice ragazzino divenne un gigante coraggioso ai miei occhi.
Oggi mi auguro che lo diventi anche agli occhi dei tanti giovani che guardano alla sua vita come un esempio. Al Sindaco Ruvolo il mio plauso per aver voluto onorare Livatino dedicandogli i locali del primo cittadino”.

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