Ribera

Terreno confiscato alla mafia a Monte Sara: al via piantumazione di ben 17 mila viti

Ha preso il via ieri in un terreno confiscato alla mafia a Monte Sara, tra Cattolica Eraclea e Ribera, la piantumazione di ben 17 mila viti. L’iniziativa è della cooperativa “Liberarmonia” di Poggioreale, guidata dalla presidente Rosalia Nuccio, che nella stessa zona, in un altro appezzamento, già da diversi anni coltiva anche grani siciliani. A […]

Pubblicato 4 anni fa

Ha preso il via ieri in un terreno confiscato alla mafia a Monte Sara, tra Cattolica Eraclea e Ribera, la piantumazione di ben 17 mila viti. L’iniziativa è della cooperativa “Liberarmonia” di Poggioreale, guidata dalla presidente Rosalia Nuccio, che nella stessa zona, in un altro appezzamento, già da diversi anni coltiva anche grani siciliani. A seguire il progetto, che sarà sviluppato su cinque ettari di terreno, è l’agronomo Angelo Moscarelli.
La piantumazione della barbatelle, tutte innestate, salvo imprevisti, dovrebbe concludersi domani. Fra due settimane, invece, si procederà con la palificazione per completare la realizzazione del vigneto con sesto a spalliera che sarà composto per tre ettari della varietà Nero d’Avola e per due di Grillo, due dei vitigni autoctoni siciliani più conosciuti e più apprezzati dal mercato.

La cooperativa “Liberarmonia” ha previsto per questo vigneto, che darà vita fra tre anni a dei vini con il marchio “Sicilia Doc”, un investimento complessivo di circa 80 mila euro: per l’aratura dell’area, per l’acquisto delle barbatelle e la messa meccanica a dimora, per la realizzazione dell’impianto di palificazione, per la manodopera e per la periodica irrigazione delle piantine. I dirigenti della cooperativa hanno già inviato una richiesta irrigua al consorzio di bonifica Agrigento 3 per far fronte alle irrigazioni.
Il terreno su cui nascerà il vigneto è quello confiscato a Gaetano Amodeo, morto da diversi anni, era considerato un esponente di spicco della famiglia mafiosa di Cattolica Eraclea e legato oltreoceano al clan Rizzuto, una delle più potenti organizzazioni mafiose italo-canadesi di carattere transnazionale di cui si è occupata la Dia in Italia in diverse inchieste (“Brooklyn”, “Orso bruno” e “Minoa”).

“Tra i progetti su cui stiamo lavorando anche quello per la realizzazione di una cantina e una struttura d’accoglienza per i turisti nel casolare che si trova su questi terreni. E’ nostra intenzione anche partecipare ad altri bandi per la gestione a fini sociali e lavorativi di terreni confiscati nell’Agrigentino”, dice l’agronomo Angelo Moscarelli.
“Il nostro obiettivo – spiega la presidente della cooperativa Liberarmonia Rosalia Nuccio – è incentivare lo sviluppo locale delle aziende agricole nella Valle del Belice e nel territorio di Ribera, agevolando l’aggregazione a Liberarmonia di piccoli produttori agricoli che sono costretti a svendere la loro materia prima a prezzi stracciati. Le nostre produzioni sono tutte biologiche e provengono sia dalle terre liberate dalle mafie che dai nostri produttori associati. Il riuso sociale delle terre confiscate rappresenta per il nostro territorio un granello concreto di speranza e di un profondo cambiamento delle coscienze”.

“Liberarmonia” è una cooperativa sociale onlus, a scopo mutualistico, nata nel 2010 nella Valle del Belice, a Poggioreale, da un gruppo di giovani, tutti figli di braccianti agricoli che hanno condiviso valori e ideali comuni e che hanno creduto nella cooperazione. “Spinti dalla crisi economica e in particolare del settore agricolo, motivati dal desiderio di stare insieme per scopi sociali e occupazionali ci siamo dedicati alla coltivazione della terra trattandola con amore e considerazione”, scrivono i soci in una nota. “La conquista delle terre confiscate alla mafia nel 2016, abbandonate da anni, nel territorio di Ribera, ha segnato profondamente il nostro cammino. Un momento importante della nostra vita – sottolineano – che ha gettato le basi per la costruzione di un progetto di inclusione sociale su cui concentrare tutte le nostre energie per consolidare la nostra esistenza e il nostro quotidiano vivere per gli altri. I terreni confiscati sono coltivati a grano duro, cereali e legumi (cece e lenticchia) e non mancheranno i vigneti di nuovo impianto. Oggi coltiviamo circa 50 ettari di terreno e la superficie è destinata a crescere grazie a giovani agricoltori che si aggregano a noi.
Viviamo la terra non come un mezzo per produrre o da sfruttare, ma come una casa, una materia viva, in cui tutti gli esseri viventi (piante, animali, uomini) trovano rifugio e sostentamento per la propria vita nel pieno rispetto delle leggi della natura. Troviamo entusiasmo nel vedere i nostri giovani zappare la vigna, che ci dà il frutto dell’uva, oppure nel vederli seminare e raccogliere il grano, vedere il loro viso segnato dalla polvere, guardarli negli occhi e vederli sorridere è qualcosa di straordinario che ci colpisce il cuore e che appaga la nostra soddisfazione. Ci sforziamo ogni giorno di migliorare, cercando di creare le condizioni per il vivere in un mondo migliore, pieno di amore, in piena sintonia e perfettamente integrati con la natura e la bellezza dei luoghi”.
“Le terre confiscate alla mafia affidate a Liberarmonia – spiegano i soci – rappresentano un nuovo punto di partenza su cui costruire la nostra vita lavorativa e sociale, restituendo alla collettività non solo riberese, bensì siciliana e italiana un bene liberato dalla criminalità organizzata dell’Agrigentino. Abbiamo pensato che era doveroso da parte nostra avere un marchio d’impresa di alto valore etico e morale, per contraddistinguere tutti i nostri prodotti immessi in commercio, che potesse esprimere su tutto il territorio nazionale un messaggio forte e chiaro contro le mafie e la criminalità organizzata. Abbiamo studiato un marchio che potesse rappresentare le terre confiscate alla mafia. La parola terra è un altro termine imprescindibile che non poteva mancare accanto alla parola mafia. Dal punto di vista morale e politico le terre confiscate alla mafia sono state riscattate col sangue di innocenti, di uomini giusti che si sono sacrificati per un mondo migliore, per la legalità e la libertà della nuova generazione. Il nesso non poteva che essere il riscatto dalle mafie e la restituzione alla collettività delle terre confiscate che il Comune di Ribera ha affidato a Liberarmonia, per destinarli ad attività sociali e occupazionali: la terra come simbolo di riscatto. Alla luce di ciò il marchio d’impresa si materializza e diventa ‘Prodotti delle Terre Liberate dalle mafie’”.

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