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Violenze e abusi sessuali in comunità (anche su canicattinese), tre arresti: in manette anche agrigentina

Scoperta struttura lager nel nisseno: ai domiciliari 51enne agrigentina

Pubblicato 4 anni fa

I Carabinieri del Gruppo Tutela della Salute di Napoli, collaborati dai militari del Comando Provinciale Carabinieri di Caltanissetta, hanno eseguito cinque ordinanze cautelari personali, emesse dal Gip presso il Tribunale di Caltanissetta, Gigi Omar Modica, su richiesta della locale Procura, nei confronti di titolari e dipendenti di una struttura socio assistenziale per disabili psichici, posta sotto sequestro.

In carcere è finito Vincenzo Biundo, 63 anni di Serradifalco; ai domiciliari Giovanni Rocco Scordio, 51 anni di Serradifalco e Anna Rosa Milazzo, 51 anni di Agrigento. Sospensione per 12 mesi dall’attività lavorativa nei confronti di Santa Martino, 75 anni; Giuseppe Milazzo, 24 anni. 

Le immagini

Le indagini 

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica nissena e condotte dal Nas di Ragusa con servizi di osservazione e pedinamento, ispezioni ed anche attraverso attività tecnica di intercettazione telefonica, ambientale audio/video, hanno permesso di disvelare la scellerata condotta degli indagati nelle due strutture “lager” all’interno delle quali erano ospitate nove persone affette da disabilità psichiche di varia gravità.

L’attività investigativa è scaturita da un controllo, eseguito nell’ambito di servizi disposti in campo nazionale dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute di Roma, d’intesa con il Ministero della Salute, finalizzati a monitorare la corretta gestione delle strutture socio – assistenziali dedicate ad ospitare le fasce più deboli della società, durante il quale sono state evidenziate gravi anomalie nella gestione delle due comunità, in relazione alle condizioni strutturali, igienico sanitarie, funzionali e organizzative che facevano dedurre la non appropriata assistenza sanitaria degli ospiti delle stesse. Successivamente, le investigazioni hanno permesso di scoprire numerosi casi di maltrattamento fisico nei confronti dei disabili mediante violente percosse (spesso utilizzando sedie o bastoni come oggetti contundenti) schiaffi e pugni.

I pazienti erano vessati con ingiurie, abbandonati, malnutriti e alimentati solamente con riso o con pane raffermo, ammollato in acqua o nel latte e recuperato dagli scarti dei panifici del luogo. Emblematico è un episodio dove uno degli ospiti, cieco, viene picchiato brutalmente dall’operatore, poiché colpevole di aver orinato al di fuori del water.

Raccapriccianti sono le immagini delle telecamere che riprendono l’operatore che conduce per mano il disabile, tra l’altro anche non vedente, lo fa sedere e poi si accanisce sulla mano destra dello stesso applicando una leva sulle dita dell’anziano, facendolo inginocchiare.

In tale contesto, le telecamere hanno anche svelato diversi casi di violenza sessuale, da parte di uno solo degli indagati, nei confronti di una anziana ospite non in grado di autodeterminarsi. Quest’ultimo si è reso, altresì, responsabile di abbandono di incapaci e di esercizio abusivo della professione infermieristica, per aver somministrato, benché sprovvisto di specifico titolo professionale, medicinali agli ospiti a lui affidati.

Tra le vittime delle violenze anche un canicattinese, Salvatore T.  come emerge dalle indagini perché, lo scorso 10 marzo, due degli indagati parlano – secondo un’intercettazione – d’andare a Canicattì per andare a prendere la pensione dell’uomo. Ma c’è un problema, l’anziano ha la carta d’identità scaduta. Ad un certo punto, “Vincenzo Biundo riferisce di voler provvedere a lavare l’anziano. Ma Rosa Anna Milazzo, arrabbiata, gli impone di mettere soltanto il deodorante”

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