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I 14 chili di hashish, il pizzino con la contabilità e lo smartphone: i retroscena del blitz in via Imera

Il giudice ha convalidato l’arresto del meccanico agrigentino e del corriere che veniva dalla provincia di Napoli. Entrambi restano in carcere.

Pubblicato 2 ore fa

Arresto convalidato e custodia in carcere per Calogero Conti e Rodouane Lekhal, entrambi trentottenni, il primo meccanico originario di Grotte ed il secondo disoccupato residente in provincia di Napoli. Lo ha disposto il giudice per le indagini preliminari Iacopo Mazzullo a margine dell’udienza di convalida  celebratasi ieri. I due indagati – difesi dagli avvocati Giuseppe Zucchetto, Calogero Meli, Carmelo Amoroso e Salvatore Bongiorno – sono stati fermati mercoledì mattina dai carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Agrigento in un blitz scattato nella centralissima via Imera.

I militari dell’Arma – di fatto – hanno monitorato e poi interrotto la consegna di una partita di 14,4 chilogrammi di hashish consegnata dal corriere marocchino al meccanico agrigentino. Una indagine che, certamente, ha origini non casuali considerando che al blitz hanno partecipato anche i carabinieri di Trapani che evidentemente monitoravano i soggetti per ragioni (ad oggi) non note. La consegna dello stupefacente avviene mercoledì poco dopo le nove del mattino nei pressi di un noto bar del centro cittadino. I militari entrano in azione non appena il corriere marocchino deposita una valigia “sospetta” all’interno dell’auto di Conti. All’interno dell’accessorio c’erano 14.4 chili di hashish suddivisi in panetti di diverso peso e con marchi differenti. I carabinieri però sequestrano anche lo smartphone in uso all’agrigentino e un pizzino nascosto tra la cover e il cellulare in cui sono annotati nomi e cifre. Materiale di indiscusso valore sul quale gli investigatori stanno già lavorando. La perquisizione viene poi estesa anche all’abitazione di Conti dove vengono rinvenuti altri 281 grammi di hashish, 23.5 grammi di cocaina, 45 grammi di marijuana e – ancora – una pistola caricata a salve priva di tappo rosso, 27 ogive calibro 38 e 15 inneschi per cartucce per pistola oltre a circa 3.300 euro in contanti.

In seguito al ritrovamento del denaro nei confronti del meccanico è scattata anche una denuncia per autoriciclaggio anche se il gip, in sede di convalida, ha escluso al momento questa ipotesi di reato. “La presenza contestuale dei due indagati, le modalità dell’incontro e della collocazione della valigia all’interno del veicolo dimostrano il concorso materiale e morale degli stessi nella condotta criminosa – scrive il giudice – Va in ultimo osservato che entrambi gli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere e pertanto non hanno neanche solo rappresentato una ricostruzione alternativa degli eventi.”

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