Sciacca

Ospedale-territorio, l’integrazione che salva la vita

Se ne è parlato oggi, durante il convegno sul tema “Tumori ginecologici: percorsi di cura e collaborazione tra specialisti e territorio” che si è svolto a Sciacca

Pubblicato 2 ore fa

L’oncologia come legame tra ospedale a territorio, a patto che ci sia un confronto tra i vari professionisti coinvolti nell’assistenza al paziente. Ed ecco perché il convegno sul tema “Tumori ginecologici: percorsi di cura e collaborazione tra specialisti e territorio”, che ha visti come responsabili scientifici i dottori Domenico Santangelo, Maria Rosaria Valerio e Francesco Verderame, assume un’importante rilevanza, come sottolinea Giuseppe Capodieci, direttore generale dell’Asp, “Questi eventi servono per creare il confronto tra tutti gli esperti, compresi i professori universitari. E l’Oncologia è un punto di congiunzione tra ospedale e territorio.

Perché il paziente è uno solo. Prima, in Oncologia ma poi avrà bisogno delle cure del territorio, del medico di Medicina generale. Il paziente, dunque, è preso in carico dall’inizio della malattia e fino alla guarigione”.

Il convegno ha registrato un folto numero di partecipanti accorsi da diverse province siciliane.

“Sono contento per la ricca partecipazione dei medici curanti, dei ginecologi del territorio e ospedalieri e sono lieto per la presenza del direttore Capodieci, segnale importante per l’Oncologia di Sciacca – commenta Domenico Santangelo, direttore del reparto di Oncologia al Giovanni Paolo II – In campo onco-ginecologico, oggi, abbiamo relatori di rilevanza nazionale che sono stati e sono presenti al congresso offrendo alla platea un momento di crescita e confronto. Oggi è una giornata all’insegna della scienza che va incontro al territorio. E non posso che ringraziare i relatori, top in Sicilia, e tutti i partecipanti al convegno”.

L’integrazione ospedale-territorio è uno degli argomenti trattati da Maria Rosaria Valerio, medico oncologo:

“Credo che, al di là delle innovazioni scientifiche, oggi tante in tutti gli ambiti oncologici a maggior ragione anche in ambito dei tumori ginecologici, sia importante riorganizzare i percorsi di cura ed ecco come la collaborazione tra ospedale e territorio, specialisti e medici di Medicina generale, diventa fondamentale per formare una rete e offrire ai pazienti dei percorsi di cura efficaci, personalizzati e, soprattutto, coordinati”. Dello stesso avviso è Michele Bono, primario del reparto di Radioterapia al San Giovanni di Dio, che sottolinea come sia “fondamentale la multidisciplinarietà perché soltanto l’integrazione tra i vari specialisti ci dà la possibilità di assistere il paziente a 360 gradi” e aggiunge che “la provincia di Agrigento è dotata del servizio di Radioterapia assolutamente efficiente che permette di usare le moderne tecniche di trattamento esclusivi, per esempio, nel caso del carcinoma della cervice uterina”.

Presente al convegno anche Giusy Scandurra, direttore del reparto di Oncologia medica all’ospedale Cannizzaro a Catania: “Parliamo di tumore ovarico che colpisce 500 donne in Sicilia, quindi una neoplasia che possiamo considerare rara, e di problematiche più frequenti, come il carcinoma dell’endometrio e della cervice uterina, in quest’ultimo caso ponendo l’accento agli strumenti di prevenzione quale il vaccino per il Papilloma virus e il test di screening, fondamentali per salvare la vita”.

Il forte legame tra ospedale e territorio ed ospedale “è di notevole importanza – afferma Filippo Salvato, medico di Medicina generale – perché è il modo per avvicinare i cittadini all’ospedale, alla sanità pubblica. Il nostro lavoro è proprio questo: adeguare le richieste del paziente all’ospedale”.

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