Agrigento

Controcampo alla conversazione sulla viabilità agrigentina

Interviene Rino La Mendola, presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Agrigento

Pubblicato 2 anni fa

Da tempo ormai abbiamo posto il problema del Parco dell’Addolorata abbandonato a se stesso. Nessuno ha risposto alla eventualità proposta di assegnare il Parco dell’Addolorata al Parco archeologico per farne un “unicum” di ricerca e valorizzazione.

“Il Recupero del Parco dell’Addolorata sarebbe estremamente importante, specialmente se coniugato ad un progetto urbano finalizzato a rilanciare l’asse di via Atenea-via Garibaldi,  come la direttrice principale di un centro storico da ripopolare e da riqualificare, attraverso nuove politiche di governo del territorio, fondate sulla riduzione del consumo di suolo e sulla rigenerazione urbana del costruito, anche attraverso un pacchetto di incentivi che affianchino il Superbonus al 110%, come l’abolizione di tasse sulla proprietà (ad esempio IMU e TARI) per un periodo limitato nel tempo (3-5 anni), in favore dei cittadini che investano nella ristrutturazione di costruzioni ricadenti nel centro storico o che riaprano quelle botteghe artigianali e commerciali  che caratterizzavano la città antica  sino agli anni 50. In tale contesto, il Parco dell’Addolorata diventerebbe il terminale Nord-Ovest dell’asse su cui potrebbe rifiorire la vita del centro storico della città dei templi”.

Le piogge hanno arrecato seri problemi anche alla circolazione, come sempre nel viale delle Dune e al villaggio Mosè. Non si trova il coraggio di espropriare i terreni per creare una viabilità più celere e sicura  e nel contempo creare parcheggi utili nella affollata stagione estiva.

“In effetti, viale delle dune è spesso oggetto di allagamenti, specie in occasione di piogge abbondanti. Sarebbe quindi indispensabile intercettare finanziamenti comunitari per potenziare il sistema di smaltimento delle acque bianche e per dotare gli arenili di idonee aree di parcheggio. Ma il problema è da inquadrare nel più ampio ambito della collinetta delle dune, dove sarebbe stato opportuno costruire idonee strutture turistico ricettive a servizio delle attività balneari, indispensabili per attrarre i turisti mordi e fuggi in turisti stanziali, che potrebbero essere finalmente attratti, oltre che dalla valle dei templi, anche  da un centro storico riqualificato  e dalle attività balneari, lungo il nostro bel litorale. Ma questo sogno si è infranto in un Piano Regolatore inadeguato e soprattutto negli strumenti attuativi mai decollati (prescrizioni esecutive)”.

Dovrebbero essere maturi i tempi  per presentare un progetto di costruzione per una strada che da Poggio Muscello unisca san Leone e la valle dei templi.  Per andare dalla Rotonda Giunone al centro del villaggio Mosè ci si impiega molto spesso circa un’ora. Perché non si riprende il progetto dell’architetto Sanzo  delle quattro corsie in viale Sciascia,  ingiustamente accantonato?

“Condivido l’opportunità di migliorare la viabilità urbana per ben collegare la zona balneare della città con la valle dei templi e con la città commerciale di Villaggio Mosè, magari ricorrendo a parziali espropri di terreni liberi che affiancano le attuali strade di collegamento nord-sud (strada di Poggio Muscello o in alternativa altre strade parallele). Condivido anche l’idea dell’architetto Sanzo delle quattro corsie in viale Sciascia, anche se penso proprio che l’idea dovrebbe essere coniugata con lo spostamento dell’attuale tracciato della SS 115, in modo che la stessa non attraversi più il cuore della frazione urbana di Villaggio Mosè, che dovrebbe essere  servita esclusivamente da viabilità urbana a traffico ridotto”.  

Ancora sulla viabilità. L’incrocio tra la via Mosella e la strada 640 rimane ad alto rischio. Perché non creare un tavolo di lavoro tra Soprintendenza, Anas, Comune e provincia per eliminare i rischi? E poi quali sono state le motivazioni ostative per cui la Porto Empedocle-Caltanissetta si è fermata alla Rotonda degli scrittori quando invece sarebbe stato più utile unire il porto di Porto Empedocle con le zone interne della Sicilia?

“Le criticità dell’incrocio tra la via Mosella e la SS 640  e l’interruzione della Porto Empedocle-Caltanissetta  sono da ricondurre alla stessa problematica: la Strada Statale 640, nel tratto finale, attraversa la zona vincolata della Valle dei Templi; ciò ha di fatto determinato una notevole strozzatura del flusso di traffico, nella direzione Caltanissetta-Porto Empedocle, oltreché  una serie di incidenti stradali. Insomma siamo sempre alle solite: ad Agrigento non riusciamo mai a coniugare la tutela delle nostre emergenze ambientali con la necessità di dotare il nostro territorio di infrastrutture adeguate.  Tutto ciò, unitamente a quella cultura dei veti incrociati e del benaltrismo, che ha sempre trovato terreno fertile nel tessuto politico agrigentino, ha di fatto progressivamente isolato la nostra terra, dal punto di vista infrastrutturale. Sul tema specifico delle infrastrutture, sarebbe opportuno un nuovo confronto, su Grandangolo ed in particolare su “Controcampo”, tra ordini professionali, cittadini ed esponenti della politica che rappresentano gli agrigentini presso i consessi parlamentari europeo, nazionale e regionale.  Magari sarebbe la volta buona per comprendere i motivi perché la città di Agrigento rimane il Capoluogo di Provincia siciliano meno collegato alla rete autostradale regionale; perché Agrigento è servita ancora da una vecchia e lenta rete ferroviaria a binario unico; perché la Valle dei Templi non è servita da un aeroporto raggiungibile in meno di un’ora e perché i nostri porti non sono dimensionati per consentire l’attracco delle navi da crociera e dei grossi mercantili in transito per il Mediterraneo”.

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