Agrigento

Inchiesta sul Castello Colonna a Joppolo, attesa decisione del Riesame

Nuova udienza davanti i giudici della prima sezione del Riesame di Agrigento dopo l’annullamento con rinvio del provvedimento di dissequestro del Castello Colonna di Joppolo Giancaxio – di proprietà del sindaco di Agrigento Calogero Firetto e del fratello Mirko- sancito dalla Corte di Cassazione lo scorso settembre.  I giudici del Riesame sono chiamati nei prossimi […]

Pubblicato 4 anni fa

Nuova udienza davanti i giudici della prima sezione del Riesame di Agrigento dopo l’annullamento con rinvio del provvedimento di dissequestro del Castello Colonna di Joppolo Giancaxio – di proprietà del sindaco di Agrigento Calogero Firetto e del fratello Mirko- sancito dalla Corte di Cassazione lo scorso settembre. 

I giudici del Riesame sono chiamati nei prossimi giorni a decidere se sequestrare o meno la struttura che nel corso degli anni, dopo ristrutturazioni, è divenuta una rinomata sede per matrimoni e cerimonie. Questa mattina la parola alla difesa della famiglia Firetto, rappresentata dagli avvocati Angelo Farruggia, Vincenzo Caponnetto e Antonio Reina, che sostenendo la legittimità delle concessioni edilizie (8 pareri favorevoli in tutto tra Comune e Sovrintendenza), ha prodotto la consulenza del professore La Greca, docente di urbanistica all’università di Catania: in sostanza la relazione del perito sostiene la legittimità delle opere edilizie effettuate nel Castello Colonna portando ad esempio il recupero di parte del Pantheon di Roma dove, per l’occasione, la Sovrintendenza diede via libera alla rimozione di due campanili del Bernini. 

La vicenda è nata nel dicembre dello scorso anno quando il Gip del Tribunale di Agrigento Francesco Provenzano – su richiesta del procuratore aggiunto Salvatore Vella e del sostituto Antonella Pandolfi – firmò il sequestro del Castello Colonna di Joppolo Giancaxio, misura che venne eseguito dai carabinieri della locale stazione unitamente ad agenti della Polizia Giudiziaria. Alla base del sequestro l’accusa di avere realizzato opere non conformi alla normativa urbanistica ed edilizia con conseguente pregiudizio per un bene  dichiarato, con apposito decreto assessoriale, di interesse storico e culturale. La notizia del sequestro, nell’arco di soli cinque giorni, comportò una pioggia di disdette di banchetti nuziali prenotati per tutto il 2019, con notevoli danni economici e disagi per tutti coloro i quali a pochi giorni dalla nozze hanno dovuto rinunciare all’elegante struttura e riparare su altre.

Nei prossimi giorni è attesa la decisione della prima sezione del Riesame presieduta dal giudice Alfonso Pinto con a latere i giudici Giuseppa Zampino e Alessandro Quattrocchi.

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