Agrigento

L’arte contemporanea in contesti classici, al Museo Griffo l’opera “Vis-à-vis (Amazzone)(3)” di Giulio Paolini

Alla presentazione sono intervenuti il Direttore del Parco Archeologico Roberto Sciarratta e Bettina Della Casa Direttrice della Fondazione Giulio e Anna Paolini di Torino.

Pubblicato 5 ore fa

Si è svolta nella sala Gela del Museo Archeologico Regionale “Pietro Griffo” di Agrigento la presentazione alla stampa e alla città di “Vis-à-vis (Amazzone) (3)” di Giulio Paolini.

Nell’ opera di Paolini le due metà del volto dell’ Amazzone sono accostate ad una tela di grandi
dimensioni sospesa a parete su cui sono tracciate a matita rossa, le due diagonali, cifra identificativa
(quasi una firma dell’artista), che evocano, in termini concettuali, lo spazio della rappresentazione.
Questo elemento delle due diagonali rosse che ritroviamo lungo tutta la sua produzione, è presente fin
dal suo primo quadro “Disegno geometrico” del 1960, artificio prospettico che connota lo spazio della rappresentazione, vera e propria dichiarazione d’intenti, che rimarrà il punto di eterno ritorno della sua
ricerca artistica. Lo scambio di sguardi, tra le due metà del volto dell’Amazzone, si interroga, nelle
intenzioni dell’autore, sulle ragioni dell’esistenza stessa dell’opera d’arte, in quanto tale, e del suo farsi
attraverso il nostro sguardo.

Quando metto uno di fronte all’altro due esemplari identici di una stessa scultura antica non voglio essere l’artefice o il riscopritore di quelle sculture, ma l’osservatore che coglie la distanza che le divide, quindi tutte le possibilità di rapporto o di assenza di rapporto che si determinano tra loro, e tra quell’immagine e noi”, ha detto l’artista.

Il progetto di acquisizione dell’opera, promosso dal Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei
Templi di Agrigento, ideato e curato da Giusi Diana e Antonio Leone, è stato realizzato grazie al
sostegno del PAC2024 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività
Contemporanea del Ministero della Cultura. Alla presentazione sono intervenuti il Direttore del Parco Archeologico Roberto Sciarratta e Bettina Della Casa Direttrice della Fondazione Giulio e Anna Paolini di Torino.

“Doveroso iniziare da Giulio Paolini, uno degli artisti italiani più riconosciuti a livello internazionale che, fin dagli anni ’70, ha coltivato nelle sue opere un preciso rimando all’antichità classica, in particolare grazie alla presenza di calchi di statue antiche”, ha detto Sciarratta direttore del Parco dei Templi.

Sulla presenza di opere d’arte contemporanea in contesti archeologici, mettendo in dialogo manufatti di
epoche diverse, secondo una visione trans-storica dell’arte, come raccontano i due curatori del
Progetto Giusi Diana e Antonio Leone: “Le due opere, apparentemente distanti: un capolavoro della
ceramografia attica e l’enigmatica opera di uno dei massimi esponenti dell’arte concettuale
internazionale; attraverso assonanze iconografiche, si accendono al nostro sguardo di inedite
suggestioni, che vanno nella direzione della percezione di quella comune “inattualità” che per Giulio
Paolini è la “disposizione generale costante dell’Arte
“.

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