Capitale cultura, arriva la seconda ammonizione: “Criticità confermate”
La Corte dei conti ribadisce tutti gli aspetti già evidenziati nel referto dello scorso settembre: inutili la difesa degli enti coinvolti
E alla fine una bocciatura è giunta su Agrigento 2025. Forse la prima di molte altre, prima che questo lungo anno sia finito.
La Corte dei Conti, Sezione di Controllo per la Regione Siciliana, ha approvato il referto in corso di gestione sull’iniziativa “Agrigento capitale italiana della cultura 2025”. Il documento, deliberato il 7 ottobre 2025 ma pubblicato solo nei giorni scorsi, mette in luce numerosi profili di criticità che, secondo i magistrati contabili, rischiano di compromettere la piena riuscita dell’evento. Un documento che arriva dopo il contraddittorio dei mesi scorsi che era stato ritenuto superato dagli organizzatori e che invece per i magistrati rimane assolutamente attuale.
Pur riconoscendo i miglioramenti nella gestione e l’impegno del personale della Fondazione, infatti, la Corte dei Conti avverte: “permangono ritardi, confusione gestionale e assenza di un sistema di monitoraggio e controllo”. La Sezione infatti ha ritenuto di confermare integralmente la sussistenza in concreto di tutti i profili di criticità gestionale analiticamente indicati nella bozza di referto dello scorso settembre 2025 e la “sussistenza di una molteplicità di profili di criticità afferenti alla fase organizzativa, programmatoria ed attuativa, i quali mettono ad elevato rischio la attuale ed effettiva realizzazione dell’obiettivo primario dell’azione amministrativa (valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione, la creatività, l’innovazione, la crescita, lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo) e l’adeguatezza organizzativa e la corrispondenza attuativa delle attività in corso di svolgimento rispetto allo scopo fondamentale di trasmissione di un impulso per lo sviluppo sociale, economico e civile di tutto il territorio della provincia di Agrigento, connesso al risalto delle identità locali con la messa in moto di meccanismi virtuosi e percorsi di valorizzazione del territorio”.
La Corte, in particolare, rileva infatti non vi sono prove concrete del raggiungimento degli obiettivi principali indicati nel dossier di candidatura: tra i 44 progetti previsti nei quattro filoni tematici ispirati ad Empedocle (Acqua, Terra, Aria e Fuoco), solo 8 risulterebbero conclusi, 31 operativi e 5 in fase di affidamento. La Corte segnala ritardi significativi nell’attuazione, nella rendicontazione delle spese e nella gestione dei finanziamenti, che incidono negativamente sulla disponibilità delle risorse e sul rispetto dei cronoprogrammi.
I magistrati denunciano una scarsa integrazione tra la Fondazione “Agrigento 2025” e il Comune di Agrigento, con sovrapposizioni di competenze e carenze di comunicazione.
La confusione di ruoli tra i due enti ha generato rallentamenti, inefficienze e difficoltà nella gestione dei fondi statali e regionali ma anche l’assenza di una struttura di coordinamento interna dedicata alla gestione e alla supervisione dei singoli progetti. Sarebbe mancato, come già evidenziato nel primo referto, un sistema di controllo interno capace di monitorare in modo costante la coerenza tra attività svolte e obiettivi strategici ma anche un sistema di verifica dei risultati o di valutazione dell’impatto degli eventi sul territorio (presenze turistiche, gradimento del pubblico, ritorno economico).
Le rendicontazioni dei contributi regionali e ministeriali sono state definite “tardive e incomplete”, e la Corte sottolinea inoltre l’assenza di strumenti per verificare la congruità dei costi contrattuali e per prevenire sprechi o diseconomie, citando l’esempio dei costi elevati per l’evento inaugurale al Teatro Pirandello.
La Fondazione “Agrigento 2025”, pur avendo migliorato la propria efficienza rispetto agli esordi, continuerebbe a mostrare deficit organizzativi, aggravati dal ritardo nella sua istituzione e dall’impossibilità di operare come stazione appaltante. Si rileverebbe inoltre l’assenza di misure di efficientamento amministrativo e contabile, nonché la necessità di prevenire costi inutili e di pianificare la liquidazione della Fondazione a fine 2025 con una rendicontazione finale chiara e completa.
Ci sono ancora due mesi per correggere, forse, il tiro: la valutazione definitiva sarà rinviata alla rendicontazione finale del 2025, in occasione della liquidazione della Fondazione “Agrigento 2025”, quando verranno esaminati i risultati effettivi e l’impatto concreto dell’iniziativa sulla crescita culturale ed economica del territorio.
In tal senso la visita palermitana della presidente della Fondazione Maria Teresa Cucinotta al Governatore Renato Schifani prende una piega potenzialmente diversa: in attesa di comprendere se l’ex prefetto si è recata a Palazzo D’Orleans volontariamente o perché convocata, è chiaro che questa bocciatura – temporanea – pesa come un macigno a 2 mesi dalla fine di questo sfortunato 2025.


