Liste d’attesa all’Asp di Agrigento, il direttore Capodieci: “Azzerate quelle del 2023”
Adesso si punta con ottimismo ad abbattere anche quelle del 2024
Le liste d’attesa continuano a rappresentare un ostacolo significativo per i cittadini in cerca di cure. La causa dei ritardi cronici nelle liste d’attesa è possibile ritrovarla anche nella pandemia di Covid-19. Durante l’emergenza sanitaria, gran parte delle risorse straordinarie a disposizione sono state destinate alla gestione dell’infezione e alla cura dei pazienti colpiti dal virus, lasciando in secondo piano la gestione delle patologie croniche e delle procedure diagnostiche non urgenti. Molti pazienti, infatti, sono stati costretti a rimandare interventi programmati, creando un effetto domino che ancora oggi grava sul sistema. Al 31 dicembre scorso il sistema sanitario ha registrato un abbattimento delle liste di attesa, dell’88,2% per i ricoveri e del 92,7% per le prestazioni ambulatoriali. Nella provincia di Agrigento si è riusciti ad azzerare le liste di attesa del 2023 e adesso si punta con ottimismo ad abbattere anche quelle del 2024. Ad annunciarlo è stato il manager dell’Asp di Agrigento, Giuseppe Capodieci a margine della conferenza stampa che si è svolta presso la sala riunioni alla cittadella della salute per parlare dell’abbattimento delle liste d’attesa e di quali strumenti e obiettivi sono stati raggiunti. “Stiamo adesso cercando di avviare un percorso virtuoso che possa verificare l’appropriatezza prescrittiva cioè alla prima prenotazione e lo abbiamo fatto in sinergia con l’ordine dei medici in modo tale da dare l’utenza, che ha realmente bisogno della visita urgente, di garantire la prestazione con la B entro i 10 giorni, e però di valutare che eventualmente al rapporto diagnostico che non sono in B verranno valutati e prenotati in tempi più lunghi. Tutto questo per consentire al cittadino che ha realmente bisogno di effettuare la prestazione nel più breve tempo possibile”, ha spiegato Capodieci. Dunque d’ora in avanti i medici dovranno indicare nella ricetta il quesito diagnostico legato alla prestazione, questo permetterà di tracciare bene tutte le prestazioni per aree diagnostiche e si procederà alla ricerca di spazi operativi disponibili sia in strutture pubbliche che in quelle private accreditate.