Agrigento

Transizione digitale e investimenti: Agrigento tra i territori a rischio

Rischio disoccupazione post-covid al 17% secondo il Rapporto Italia Sostenibile elaborato da Cerved

Pubblicato 3 anni fa

Gli investimenti delle imprese potrebbero ridursi di 65 miliardi di euro con conseguenze sulla sostenibilità del nostro Paese, in particolare per la capacità del sistema produttivo di contribuire alla doppia transizione, digitale e ambientale. È quanto emerge dal Rapporto Italia Sostenibile elaborato da Cerved che ha valutato gli effetti dell’emergenza sanitaria su occupazione e investimenti delle imprese al 2021. Una crisi che potrebbe toccare soprattutto il Mezzogiorno, ampliando ulteriormente i divari relativi alla digitalizzazione, alla tutela del territorio, all’inquinamento.

Combinando il livello di digitalizzazione con la riduzione degli investimenti delle imprese, è possibile individuare i territori in cui è necessario il maggiore supporto per avviare la transizione digitale: risultano critiche molte aree del Mezzogiorno come Messina, Agrigento, Caltanissetta, Trapani e Barletta. Dal punto di vista della sostenibilità ambientale, le situazioni più critiche si potrebbero manifestare a Messina, L’Aquila, Trapani, Taranto e Crotone sul fronte della gestione delle scorie e dei rifiuti. A Vibo Valentia, Reggio Calabria, Catanzaro e Isernia potrebbero mancare le risorse per investimenti per rendere il territorio più sostenibile dal punto di vista idrogeologico e sismico. Infine i divari nella riconversione energetica potrebbero ampliarsi in zone come Sassari, Agrigento, Trapani, Nuoro, Isernia e Campobasso.

Entro la fine del 2021 si stima una perdita di posti di lavoro che, in caso di ritardi nelle campagne vaccinali e di spesa dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, potrebbe arrivare fino a 1,9 milioni di lavoratori, con il tasso di disoccupazione che balzerebbe dal 10% al 17%. È quanto emerge dal Rapporto Italia Sostenibile elaborato da Cerved che ha valutato gli effetti dell’emergenza sanitaria su occupazione e investimenti delle imprese al 2021. Le province con maggiori perdite di lavoro sarebbero quelle turistiche e con una maggiore presenza di settori colpiti dal rallentamento del commercio internazionale.

Il tasso di disoccupazione potrebbe raggiungere il 20% a Rimini, il 18% a Prato, il 15% a Venezia, Firenze, Aosta, Livorno, Milano. Gli impatti sociali sarebbero ovunque consistenti, con differenze territoriali non trascurabili. A soffrire sarebbero soprattutto province del Mezzogiorno come Messina, Trapani, Vibo Valentia, Catanzaro, Sud Sardegna e Agrigento, già caratterizzate da indici di sostenibilità sociale molto bassi e con impatti sull’occupazione maggiori della media, ma anche zone turistiche e commerciali del Nord come Rimini, Aosta, Livorno, dove si stimano le peggiori perdite a livello nazionale. Gli effetti della pandemia sulla disoccupazione potrebbero essere particolarmente gravi per la condizione giovanile nelle aree in cui si osserva già un elevato numero di ragazzi che non studiano e non lavorano (Neet), come Messina, Trapani, Sassari.

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