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Donna morta in casa, fermato il marito: “sotto shock da due giorni”

L'uomo è noto alle forze dell'ordine anche per reati di mafia

Pubblicato 2 anni fa

E’ stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria con l’accusa di omicidio volontario il marito di Debora Catena Pagano.

Si chiama Leonardo Fresta e ha 40 anni. Ha precedenti penali per reati contro il patrimonio e attualmente e’ indagato per 416 bis nel processo Caos contro esponenti del clan di mafia Brunetto.

La notizia e’ stata confermata dal legale dell’uomo, Salvatore La Rosa. Il penalista ha sottolineato che “l’autopsia non e’ stata ancor fissata” e che “dall’esame autoptico potranno emergere risultati che potrebbero ribaltare la tesi dell’accusa”.

Il legale ha aggiunto: “Il mio assistito ha trovato la moglie morta a casa venerdì sera ma ha avvertito il 118 soltanto ieri. E’ rimasto due giorni sotto choc senza riuscire a capire cosa fosse successo e neppure lui sa spiegare bene il perché”.

Il punto

Catena “Deborah” Pagano per quasi 48 ore è rimasta a terra priva di vita nel bagno di casa sua in via Principessa Mafalda a Macchia di Giarre nel catanese.

In piena estate con temperature che superano i 35 gradi. Secondo la procura di Catania la 32enne mamma di una bimba di sette anni è stata uccisa venerdì dal marito Leonardo Fresta che ha chiamato i soccorsi soltanto domenica poco dopo le ore 14.

L’ufficio guidato da Carmelo Zuccaro questa mattina al termine dell’interrogatorio durato tutta la notte ha disposto il fermo dell’uomo per omicidio volontario. Il medico legale Giuseppe Ragazzi, incaricato dal sostituto procuratore Fabio Platania, nella prima ricognizione ha evidenziato le molte ecchimosi sul corpo della 32enne compatibili con una morte violenta. Le 48 ore di ritardo, gli ematomi sul corpo e numerose altre incongruenze nel racconto di Fresca hanno convinto la Procura etnea a firmare il fermo per omicidio volontario nei confronti del 40enne pregiudicato.

Un provvedimento che ora dovrà passare al vaglio del gip di Catania.

Il marito avrebbe raccontato nell’interrogatorio che la moglie è stata colta da malore e che lui ha provato a soccorrerla. Incalzato dagli inquirenti sul perché ha chiamato i soccorsi due giorni dopo, Fresca non avrebbe dato una spiegazione plausibile. Fresca oltre a precedenti per droga e reati contro il patrimonio, nel 2016 è stato arrestato per associazione mafiosa nell’operazione ‘Kallipolis’ contro boss e gregari del clan Brunetto, affiliato ai Santapaola-Ercolano.

Nel processo di primo grado nel 2022 Fresca è stato condannato a 10 anni di carcere. L’appello non si è ancora concluso e il 40enne attendeva la sentenza a piede libero.

L’autopsia prevista per domani aiuterà a capire cosa sia accaduto nell’abitazione di Macchia di Giarre, una località ormai tristemente famosa per i femminicidi. A poche centinaia di metri dalla casa dei Fresco nel 2018 Francesco Privitera, muratore di 58 anni, uccise a colpi di pistola l’ex moglie Sara Parisi prima di suicidarsi.

L’ipotesi dei carabinieri della compagnia di Giarre che conducono l’indagine è che la donna sia morta per le violenze subite dal marito. Forse non subito, forse si è chiusa in bagno per sfuggire alla furia del suo aggressore. L’esame autoptico chiarirà come è morta.

Il marito, per voce del suo avvocato Salvatore La Rosa, continua a ripetere di non aver ucciso lui la moglie e di aver provato ad aiutarla. “E’ rimasto due giorni sotto shock, senza capire cosa fosse successo. Neppure lui sa bene il perché”.

Per la morte di Catena (che tutti hanno sempre chiamato Deborah), originaria di Letojanni nel messinese, rimane ancora da chiarire il movente: dalle testimonianze degli amici e dei familiari la coppia era unita, solo qualche mese fa aveva festeggiato i 40 anni di Fresca con una grande torta con stampata l’immagine di Vito Corleone nel film Il Padrino.

Fortunatamente la figlia non era in casa questo fine settimana, era al mare con i nonni a Letojanni.

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