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Droga dal Belgio a Favara, 6 condanne

La sentenza di primo grado dell'inchiesta "Up&Down"

Pubblicato 2 anni fa

I giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, hanno disposte sei condanne nell’ambito del processo scaturito dalla maxi inchiesta “Up&Down” – eseguita alla Vigilia di Natale del 2016 dai carabinieri della Tenenza di Favara – che fece luce su un vasto traffico internazionale di droga che dal Belgio – passando per Palermo – riforniva le piazze di spaccio agrigentine. 

Il tribunale ha inflitto 16 anni di carcere a Carmelo Fallea, 46 anni di Favara; 7 anni e 5 mesi a Calogero Presti, 48 anni di Favara; 7 anni e 8 mesi a Carmelo Vaccaro, 43 anni di Favara; 7 anni e 2 mesi a Rania El Moussaid, 36 anni, originaria del Marocco e residente ad Agrigento; 7 anni e 2 mesi a Gaspare Indelicato, 38 anni, di Favara; un anno di reclusione a Stefano Sacco, 57 anni, di Porto Empedocle. 

L’indagine venne coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, Claudio Camilleri e condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile di Agrigento e dalla Tenenza di Favara, dall’Aprile al Novembre del 2014, ha portato all’individuazione di un’organizzazione criminale operante nella provincia dedita al traffico di cocaina e di hashish che dal Belgio e da Palermo faceva pervenire regolarmente presso Favara per poi distribuire le sostanze stupefacenti al dettaglio. È stato proprio il percorso che seguiva la droga verso il basso dal nord Europa all’Italia a dare il nome all’indagine “Up & down”. 

Durante il corso dell’indagine è stato effettuato l’arresto nel giugno 2014 di Calogero Presti che nella sua abitazione di campagna aveva 20 kg di hashish. Nel periodo delle indagini in manette era finito anche Ignazio Blandino che appena sbarcato a Lampedusa proveniente da Porto Empedocle aveva appena ricevuto 50 grammi di cocaina da soggetti dell’organizzazione oggetto d’indagine. Un ulteriore sequestro di 1 kg di cocaina e di 4 kg di hashish era stato effettuato nel settembre del 2014: da qui i militari hanno appurato la metodologia di spedizione dal Belgio all’Italia attraverso ignare compagnie di trasporto favaresi.

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