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Favara, soldi spariti ed estorsione a sfondo sessuale: chiesti 3 rinvii a giudizio

Il sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento Chiara Bisso ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Pasquale Di Stefano, 62enne favarese ex impiegato postale, Umberto Nocito e Annamaria Stagno, lui originario di Messina lei di Favara. Il primo è accusato di aver rubato 573 mila euro dalle casse dell’Ufficio postale di […]

Pubblicato 4 anni fa

Il sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento Chiara Bisso ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Pasquale Di Stefano, 62enne favarese ex impiegato postale, Umberto Nocito e Annamaria Stagno, lui originario di Messina lei di Favara. Il primo è accusato di aver rubato 573 mila euro dalle casse dell’Ufficio postale di Favara mentre gli altri due sono accusati di una estorsione da 250 mila euro proprio ai danni del Di Stefano.

La prima udienza preliminare si celebrerà il 14 novembre davanti il Gup Francesco Provenzano. Di Stefano viene arrestato, dopo esser sfuggito all’arresto nel febbraio scorso, in un paesino di 40 mila abitanti in Germania.La storia che vede protagonista Di Stefano parte da molto lontano e matura in un contesto condito da soldi rubati ai clienti, da minacce e da ricatti a sfondo sessuale che coinvolgerebbero anche minori.

Nel mese di febbraio l’inchiesta arrivò ad una svolta: I Carabinieri della Tenenza di Favara arrestarono Umberto Nocito e Annamaria Stagno, lui originario di Messina lei di Favara, che avrebbero messo in atto una mega estorsione da 250 mila euro nei confronti proprio di Pasquale Distefano, 62 anni, di Favara. Tutto nasce da una duplice denuncia. La prima presentata da Nocito e Stagno contro Di Stefano la seconda presentata da Distefano contro Nocito e Stagno. Con sullo sfondo l’ammanco di 570 mila euro dalle casse dell’Ufficio postale di Favara. Secondo la ricostruzione Distefano, abilitato ad eseguire operazioni di addebito e accredito dato il suo ruolo da sportellista alle Poste, si sarebbe appropriato indebitamente – tra il 2011 ed il 2017 – di una somma pari a circa 570 mila euro distraendo beni mediante prelievi non autorizzati, spesso contestualmente a rimborsi di buoni fruttiferi, occultandoli poi tramite diversi escamotage. Per questo è accusato di peculato ma non finisce qui. 

La seconda accusa nei suoi confronti, quella cardine dell’intera indagine, è di atti sessuali con minore perchè, secondo l’accusa, si sarebbe fotografato i genitali mostrando poi la foto ad una ragazzina alla quale rivolge il brutale invito: “Questa foto dalla a tua madre”. Proprio questo circostanza sarebbe stata la “chiave” per poter ricattare Di Stefano. Ed è così che entra in gioco la coppia: venendo a sapere del suo “segreto” hanno cominciato a inoltrare richieste sempre più continue di soldi fino ad arrivare ad estorcere una cifra pari a 250 mila euro. Improvvisamente Di Stefano sparisce. Va in Lombardia, poi in Germania: chiede le ferie e, poco dopo, anche una proroga. Nel frattempo gli viene danneggiato il portone di casa, vengono trovate delle scritte e bruciata l’auto.

E Di Stefano capisce che dietro quegli avvertimenti potrebbero esserci Stagno e Nocito. Li contatta, chiede spiegazioni, ma riceve ulteriori minacce compresa la più grave: “Se non paghi raccontiamo tutto a tua moglie e tua figlia”.

Cosa che realmente avviene mettendo in luce ulteriori gravi abusi sessuali ai danni di altre ragazzine minorenni. Poi, Pasquale Distefano comprendendo che non sarebbe uscito fuori da questa torbida vicenda, decide di denunciare e autodenunciarsi presentando querela avanti l’autorità giudiziaria di Milano. A Di Stefano, negli scorsi mesi, erano stati sequestrati beni immobili e auto per 600 mila euro.

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