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Femminicidio Lorena Quaranta, l’imputato non parla: sarà sottoposto a perizia psichiatrica

La difesa sostiene che De Pace, al momento dell'omicidio, soffrisse di delirio psicotico

Pubblicato 3 anni fa

Ha deciso di non sottoporsi all’esame dell’imputato Lorenzo De Pace, infermiere calabrese accusato di aver ucciso l’ex fidanzata Lorena Quaranta, con cui conviveva in una casa a Furci Siculo, a pochi giorni dal primo lockdown. Battute finali del processo a carico di De Pace. Ieri mattina, davanti i giudici della Corte di Assise di Messina, si è praticamente esaurita l’istruttoria dibattimentale. E’ stata sentita in aula la consulente della difesa dell’imputato, la dottoressa Giusi Fanara, che di fatto ha sostenuto che il De Pace, al momento dell’omicidio, soffrisse di delirio psicotico di primo livello e che, dunque, la sua capacità di intendere e volere fosse compromessa. Per questo motivo il sostituto procuratore Conte, che rappresenta in aula l’accusa, ha chiesto alla Corte di poter sottoporre il De Pace ad una perizia psichiatrica e contestualmente sentire il medico di fiducia dello stesso. Alla richiesta si è associata anche la parte civile – rappresentata dall’avvocato Giuseppe Barba – che si è riservata anche di nominare consulenti di parte. Si torna in aula il 20 ottobre per il conferimento dell’incarico al perito.  

La vicenda

L’omicidio si consuma all’interno dell’abitazione di Furci Siculo che i due fidanzati condividevano. Dopo un litigio De Pace scatena la furia omicida sulla giovane favarese uccidendola e chiamando subito dopo i carabinieri: “Ho ucciso la mia fidanzata”. Una confessione che però non ha mai convinto del tutto gli inquirenti messinesi soprattutto in assenza di una indicazione del movente. De Pace in prima battuta ha dichiarato di aver ucciso Lorena perché convinto di aver contratto il Covid-19 a causa sua. Circostanza che però è stata da subito smentita dai tamponi eseguiti ad entrambi che sono risultati negativi. A chiusura delle indagini la Procura ha pure contestato le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi nei confronti di De Pace: secondo gli inquirenti il 28enne avrebbe ideato e pianificato l’omicidio e questo sarebbe dimostrato dal fatto di aver inviato alcuni messaggi ai parenti più stretti manifestando la volontà di trasferire i propri risparmi ai nipoti.

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