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La faida non autorizzata dalla mafia di Palma di Montechiaro: “La prossima volta li faccio togliere di mezzo”

Tra le tante intercettazioni disposte dall’autorità giudiziaria nei confronti delle due famiglie di Palma di Montechiaro che hanno dato vita ad una vera e propria faida culminata con due omicidi ci sarebbero alcuni dialoghi di interessante rilievo investigativo che hanno “registrato” in diretta i malumori della criminalità organizzata di Palma di Montechiaro – tanto la […]

Pubblicato 4 anni fa

Tra le tante intercettazioni disposte dall’autorità giudiziaria nei confronti delle due famiglie di Palma di Montechiaro che hanno dato vita ad una vera e propria faida culminata con due omicidi ci sarebbero alcuni dialoghi di interessante rilievo investigativo che hanno “registrato” in diretta i malumori della criminalità organizzata di Palma di Montechiaro – tanto la Stidda quanto Cosa Nostra – per uno regolamento di conti non autorizzato e che, con tale spargimento di sangue, avrebbe potuto creare problemi e attirare “attenzioni” non volute sul paese del Gattopardo. 

Enrico Rallo è stato ferito nel novembre 2015 per poi morire in ospedale quasi un mese più tardi. Il 22 agosto 2017 viene ucciso per vendetta Salvatore Azzarello. Gli investigatori registrano un importante passaggio telefonico neanche una settimana più tardi dall’ultimo delitto. Sono le 15:43 del 30 agosto 2017 e la telefonata avviene tra Gaspare Rallo ed il figlio Giuseppe.

Giuseppe: “Ehi papà, chi è”

Gaspare: “Vedi che quelli là si sono rotti di nuovo i coglioni .. Paoliddru… ascolta me io ho chiamato Gioacchino ..”

Giuseppe: “Eh..”

Gaspare: “E gliel’ho detto..fai una cosa..come siete rimasti? che lo dovevate sapere di nuovo se c’era qualcosa ..”

Giuseppe: “Eh..

Gaspare: “Diglielo a Rosario (Ignazio) che minchia deve fare .. perché la prossima volta noi non abbiamo niente più da ragionare”

Giuseppe: “E Gioacchino cosa ti ha detto?”

Gaspare: “Ora li riprendo io.. dici.. cosi si fa?all’antru viaggio te lo dico io … poi si vede .. la prossima volta li fazzu livari di mezzo e vediamo se sono carusi o non sono carusi.. [..] sono uscito dalla pizzeria ed erano con mano lesta .. ha detto c’è la polizia.. gli sbirri che guardano ..Ora diglielo… perché la prossima volta non c’è niente da ragionare.. io sto andando a Licata che ero di passaggio .. Luigi era là e gli rompono di nuovo i coglioni … comunque come rimaniamo? Se c’ è qualcosa lo devo sapere …”

Giuseppe: “Va bene ci sto andando”

Gaspare: “Dillo a Rosario che era immischiato.. e lo voleva sapere..”

La conoscenza del territorio da parte degli operanti – si legge nel provvedimento –  ha consentito di comprendere che il “Gioacchino” cui fa riferimento Gaspare Rallo si identifica verosimilmente in Gioacchino Pace, pregiudicato appartenente alla nota famiglia mafiosa dei Cucciuvì. Luigi, cui pur si fa rifermento nella conversazione, potrebbe invece identificarsi – scrivono gli inquirenti – nel mafioso Luigi Castellana, ritenuto insieme ai Cucciuvì, capomafia di Palma di Montechiaro. Questi ultimi, secondo la ricostruzione delle indagini, sarebbero stati infastiditi dal grave fatto di sangue commesso senza l’avallo della criminalità organizzata a tal punto da minacciare, nel caso di prosecuzione dei dissidi, gravi conseguenze. 

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