Agrigento

La nuova Stidda tra Favara e Palma, 12 arresti e 35 indagati: i nomi

In manette anche il consigliere comunale di Palma di Montechiaro, Salvatore Montalto

Pubblicato 3 anni fa

Intrecci pericolosi tra mafia, imprenditoria e politica tra Palma di Montechiaro e Favara. Sono dodici gli arresti eseguiti all’alba dai carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento e (in tutto) 35 le misure cautelari. Al centro dell’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, i cosiddetti “paraccari”, famiglia stiddara che avrebbe avuto nel suo vertice la figura di Rosario Pace, detto “Cucciuvì”. Tra gli arrestati c’è anche il consigliere comunale di Palma di Montechiaro, Salvatore Montalto, considerato dagli inquirenti uno dei capi decina della famiglia. 

GLI ARRESTATI: Rosario Pace, Domenico Manganello, Sarino Lauricella, Sarino Lo Vasco, Gioacchino Rosario Barragato , Salvatore Montalto (consigliere comunale di Palma di Montechiaro), Tommaso Vitanza, Giuseppe Morgana, Gioacchino Pace, Salvatore Emanuele Pace, Giuseppe Blando. Ai domiciliari Calogero Lumia. 

TUTTI GLI INDAGATI. Roberto Alletto, 34 anni di Agrigento; Giuseppe Amato, 53 anni di Agrigento; Gioacchino Rosario “Colarino” Barragato, 61 anni di Palma di Montechiaro; Vincenzo Bennardo, 41 anni di Agrigento; Giuseppe Blando, 57 anni di Favara; Francesco Bonsignore, 56 anni di Palma di Montechiaro; Salvatore Carusotto, 49 anni di Licata; Salvatore Curto, 37 anni di Canicattì; Vincenzo Curto, 40 anni di Canicattì; Vincenzo Fallea, 42 anni di Favara; Giuseppe Farini, 53 anni di Canicattì; Federico Gallea, 26 anni di Licata; Giuseppe Gallea, 29 anni di Caltanissetta; Sarino Lauricella, 51 anni di Palma di Montechiaro; Maurizio Licata, 53 anni di Licata; Sarino Lo Vasco, 53 anni di Palma di Montechiaro; Calogero Lumia “U capru”, 74 anni di Palma di Montechiaro; Domenico Manganello, 44 anni di Palma di Montechiaro; Angelo Mangiavillano, 32 anni di Palma di Montechiaro; Gioacchino “Sicilia” Mangiavillano, 54 anni di Palma di Montechiaro; Rosario Meli, 36 anni di Agrigento; Vincenzo Messina, 34 anni di Agrigento; Salvatore Montalto, 51 anni di Palma di Montechiaro; Calogero “U russu” Monterosso, 37 anni di Palma di Montechiaro; Giuseppe Morgana, 36 anni di Palma di Montechiaro; Rocco Novella, 38 anni di Locri; Carmelo Pace, 58 anni di Palma di Montechiaro; Emanuele Salvatore Pace, 33 anni di Palma di Montechiaro; Gioacchino Pace, 50 anni di Palma di Montechiaro; Giuseppe Pace, 39 anni di Palma di Montechiaro; Rosario Pace “Sbizzale”, 61 anni di Agrigento; Giovanni Scaccia, 50 anni di Canicattì; Salvatore Troia “U francisi”, nato a Palermo; Angelo Vaccaro, 40 anni di Agrigento; Tommaso Vitanza, di Palma di Montechiaro. 

Operazione “Oro bianco” a Palma di Montechiaro

L’inchiesta muove i primi passi nel palermitano ma ben presto si sviluppano i collegamenti con la provincia di Agrigento. Collegamenti che sono stati tracciati anche dal collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta. Dalla figura di Salvatore Troia, uomo d’onore di Villabate, si è giunti a Favara dove era in contatto con Giuseppe Blando, arrestato (e assolto in primo grado) nell’operazione Montagna. Blando è il fratello del più noto Domenico, favoreggiatore della latitanza di Giovanni Brusca a Cannatello. 

L’accusa per gli indagati e’ di essersi avvalsi della forza di intimidazione del vincolo associativo e delle condizioni di assoggettamento ed omerta’ che ne derivano per commettere gravi delitti, acquisire la gestione o il controllo di attivita’ economiche, di concessioni, di autorizzazioni, di appalti e servizi pubblici e procurare voti eleggendo propri rappresentanti in occasione delle consultazioni elettorali. Tra i tentativi di estorsione svelati dall’indagine ci sarebbe quello ai danni del gruppo di imprese che si è aggiudicato un appalto da due milioni e tre cento mila euro nell’ambito del “Contratto di quartiere”.

“Congratulazioni ai Carabinieri del Comando provinciale di Agrigento per l’operazione antimafia da poco conclusa nella loro provincia. Con i 35 provvedimenti cautelari eseguiti per il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso, viene messo a segno un altro duro colpo alle organizzazioni criminali. Un ennesimo importante risultato conseguito dall’Arma dei Carabinieri che conferma l’efficacia dei dispositivi territoriale, baluardo di legalita’, giustizia e sicurezza per tutti i cittadini”, cosi’ il Sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo esprime il suo apprezzamento agli uomini e alle donne dell’Arma dei Carabinieri. 

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