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Licata, uccise pregiudicato appena uscito dal carcere: condannato all’ergastolo (ft e vd)

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Agrigento Luisa Turco ha condannato all’ergastolo Orazio Rosario Cavallaro, 61 anni originario di Ravanusa, accusato di essere l’esecutore materiale dell’omicidio di Angelo Carità, licatese condannato all’ergastolo per omicidio ma scarcerato poco prima per scadenza dei termini di custodia.  Il giudice ha disposto altresì l’interdizione perpetua dai pubblici […]

Pubblicato 4 anni fa

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Agrigento Luisa Turco ha condannato all’ergastolo Orazio Rosario Cavallaro, 61 anni originario di Ravanusa, accusato di essere l’esecutore materiale dell’omicidio di Angelo Carità, licatese condannato all’ergastolo per omicidio ma scarcerato poco prima per scadenza dei termini di custodia. 

Il giudice ha disposto altresì l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e una provvisionale in favore della moglie della vittima (esclusi i figli) pari a 20 mila euro. Il resto del risarcimento verrà quantificato in sede civile.

Carità venne ucciso il 2 aprile dello scorso anno, nel giorno di Pasquetta. Secondo la ricostruzione, supportata anche dalle riprese di una telecamera nelle adiacenze che avrebbe ripreso tutto, Cavallaro si sarebbe recato nei pressi del terreno di Carità con un’auto messa a disposizione da alcuni familiari e avrebbe esploso ben tre colpi di arma da fuoco letali per Angelo Carità. 

Licata, arrestato l’assassino di Angelo Carità

L’indagine, che ebbe inizialmente difficoltà date dal fatto che non vi fosse collegamento tra vittima e omicida, subì una svolta sei mesi dopo l’efferato delitto grazie ai risultati dei carabinieri del Ris che trovarono tracce su una giacca usata da Cavallaro. Carità era stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Giovanni Brunetto, ucciso nel 2013.

La Procura ipotizza un delitto su commissione, quello effettuato da Cavallaro, che avrebbe agito per “vendicare” il delitto.

L’accusa è sostenuta dal pm Chiara Bisso. L’imputato è difeso dall’avvocato Antonino Casalicchio. Le parti civili sono rappresentate dagli avvocati Nino Gaziano, Salvatore Manganello e Vincenzo Gaziano.

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