Licenziato dal Comune di Sciacca dopo condanna in primo grado: oggi assolto in Appello
Condannato in primo grado e licenziato in tronco ma a distanza di tre anni viene assolto perché il fatto non sussiste
Condannato a cinque anni in primo grado, licenziato in tronco dal comune di Sciacca di cui era dipendente e oggi, a distanza di tre anni, assolto perché il fatto non sussiste. La prima sezione penale della Corte di Appello di Palermo, presieduta dal giudice Adriana Piras, ha assolto Vincenzo Manzone, originario di Montallegro, ex dipendente del comune di Sciacca.
I reati contestati erano tentata induzione indebita, peculato e falsa attestazione in servizio. Manzone, dipendente del settore patrimonio del Comune di Sciacca, fu accusato nel 2015 da un fornitore dell’Ente che si occupa di verde pubblico di aver chiesto denaro per mediare la partecipazione ad un bando di gara e che, se avesse rifiutato, lo avrebbe estromesse da eventuali futuri bandi. Testimonianza che fu decisiva nella condanna in primo grado del tribunale di Sciacca ma che oggi è stata ritenuta insussistente dalla Corte di Appello di Palermo.
Cadono nel vuoto anche le accuse di peculato e falsa attestazione in servizio che determinarono il licenziamento da parte del Comune di Sciacca. Secondo l’accusa Manzone avrebbe utilizzato per fini personali l’auto di proprietà del comune sia durante gli orari di lavoro ma anche nei giorni di ferie. La Procura Generale aveva chiesto la condanna anche in secondo grado con una lieve riduzione della pena. La Corte di Appello ha però accolto il ricorso dell’avvocato Teo Caldarone assolvendo l’imputato e revocando anche le pene accessorie applicate e le statuizioni in favore della parte civile con il comune di Sciacca che chiedeva un risarcimento di 50 mila euro.