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L’omicidio del rivenditore di auto a Favara, 16 anni e 8 mesi di carcere al vicino di casa

Sedici anni e otto mesi per avere ucciso il vicino di casa a Favara, il movente sarebbe da ricercare nel rapporto conflittuale tra i due dovuto alla gestione di una strada e un cancello tra le proprietà

Pubblicato 1 settimana fa

Sedici anni e otto mesi di reclusione per aver ucciso il vicino di casa a colpi di pistola. Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Agrigento, Giuseppa Zampino, ha condannato Stefano Nobile, 59 anni, per l’omicidio del rivenditore di auto Francesco Simone, ucciso il 7 dicembre 2023 con cinque colpi di arma da fuoco nel giardino della sua abitazione in contrada Poggio Muto, a Favara. La condanna inflitta tiene conto dello sconto di un terzo della pena previsto dalla scelta del rito abbreviato. Accolta pienamente, dunque, la richiesta del pm Maria Barbara Grazia Cifalinò che – a margine della requisitoria – aveva invocato la stessa pena poi decisa dal giudice. Nobile dovrà anche risarcire con una provvisionale di 50 mila euro moglie e figli della vittima e 30 mila euro il fratello. Tutti i familiari si sono costituiti parte civile tramite l’avvocato Angelo Piranio. L’imputato è difeso dall’avvocato Giuseppe Barba.

L’omicidio di Francesco Simone, ex rivenditore di auto in pensione, si consuma il 7 dicembre 2023 in contrada Poggio Muto. Le modalità di esecuzione del delitto, ed un (apparente) vuoto di tracce lasciate dal killer, avevano aperto spazi alle ipotesi più disparate. Per questo ci sono voluti oltre cinque mesi – il tempo necessario di mettere in fila numerosi indizi ed evidenti contraddizioni – per arrivare ad una prima vera svolta nell’inchiesta quando i carabinieri arrestarono il vicino di casa. Il movente dell’omicidio, secondo l’attività investigativa, sarebbe il rapporto conflittuale tra Nobile e la vittima in ordine alla materiale gestione ed uso di una strada e di un cancello che consentono l’ingresso alle rispettive abitazioni rurali. In realtà, immediatamente dopo il delitto le investigazioni dei carabinieri si erano concentrate sul vicino di casa. I successivi accertamenti – di natura biologica, l’analisi dei tabulati, la presenza di polvere da sparo, gli spostamenti dell’uomo e, infine, le conclusioni della perizia medica – hanno chiuso il cerchio. 

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