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Positivo al Covid19 agente della polizia penitenziaria: è il “caso” di Raffadali, la nota dei legali

Il primo caso di Coronavirus a Raffadali corrisponde con il primo caso all’interno della casa Circondariale “Pasquale Di Lorenzo” di Agrigento. A confermarlo la Prefettura di Agrigento nel consueto incontro in videoconferenza con la stampa. Due giorni fa era stato il primo cittadino di Raffadali, Silvio Cuffaro, ad annunciare che il tampone effettuato sulla persona […]

Pubblicato 4 anni fa

Il primo caso di Coronavirus a Raffadali corrisponde con il primo caso all’interno della casa Circondariale “Pasquale Di Lorenzo” di Agrigento. A confermarlo la Prefettura di Agrigento nel consueto incontro in videoconferenza con la stampa. Due giorni fa era stato il primo cittadino di Raffadali, Silvio Cuffaro, ad annunciare che il tampone effettuato sulla persona avesse dato esito positivo. La persona affetta da Coronavirus lavora nel penitenziario di contrada Petrusa ma non a contatto con i detenuti bensì quale personale d’ufficio. Il ragazzo sta bene sebbene presenti i sintomi tipici del virus. Per motivi di salute non si trovava ormai da giorni all’interno del penitenziario e si era fin da subito messo in quarantena. Alla positività del tampone anche la famiglia ha osservato, e continua ad osservare, tutte le prescrizioni imposte. “Da un primo tampone è risultato positivo – ha spiegato il Prefetto Dario Caputo – ma non ho avuto riscontri preoccupati per quanto riguarda la sicurezza della Casa Circondariale in seguito alla ricostruzione dei contatti”

A tal proposito, riceviamo e pubblichiamo la nota dei legali della famiglia che precisa quanto segue. “In nome, per conto e nell’interesse della famiglia e della persona risultato positivo al Covid-19 nella giornata 22.03.2020 in quel di Raffadali, in ordine ad eventuali violazioni al codice della privacy nonché di ogni altro più grave reato previsto dal codice penale ai loro danni, pur nella comprensibile preoccupazione generale della comunità di Raffadali, si reputa opportuno informare i concittadini che lo stesso e la di lui famiglia hanno rispettato con estrema attenzione le restrizioni imposte dal Presidente del Consiglio dei Ministri rimanendo a casa.  Seppur ci si trovi al cospetto di una situazione di emergenza, è necessario bilanciare il bene della collettività con la tutela della dignità dell’individuo che con la presente si tende a garantire. Al fine di fugare ogni ragionevole timore si informa la comunità che la persona già fin dai primi sintomi e prima ancora che si sottoponesse al tampone si era, nel dubbio, opportunamente isolato a tutela di tutti; e che all’esito positivo dell’esame della persona anche la famiglia ha immediatamente osservato i dettami imposti e le prescrizioni sanitarie.  Pertanto, anche i familiari della persona nel rispetto delle prescrizioni dettate delle autorità sanitarie in concerto con l’amministrazione comunale, al fine di garantire il superiore interesse della collettività hanno sin da subito osservato le regole relative alla quarantena obbligatoria, non entrando mai in contatto con l’esterno. Giova inoltre precisare che né il giovane in questione né tanto meno alcun altro membro della famiglia hanno avuto contatti con persone provenienti da zone classificate rosse. Tanto si è ritenuto necessario comunicare per porre fine al susseguirsi di informazioni distorte sul caso, precisando che il ragazzo e la di lui famiglia si riservano di adire la competente autorità giudiziaria tramite i propri legali nei confronti di coloro i quali si dovessero rendere responsabili di attività diffamatorie e calunniose, cosi come verrà perseguita legalmente la divulgazione di foto private e di ogni altra eventuale violazione civile e penale rilevante.” Studio Legale Avv. Fabio Li Calsi, Avv. Ilaria Barraco, Dott. Vincenzo Gueli.

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