Agrigento

Processo “Waterloo”, falsa partenza e rinvio al 24 giugno

Per la mancata notifica degli avvisi ad alcuni imputati

Pubblicato 2 anni fa

Falsa partenza dell’udienza preliminare del processo “Waterloo” scaturito dalla maxi-inchiesta sulla gestione della società Girgenti acque, colosso riconducibile all’imprenditore Marco Campione che ha gestito per anni il servizio idrico in provincia di Agrigento. Un difetto di notifica riguardante alcuni imputati ha costretto il Giudice dell’udienza preliminare Micaela Raimondo a rinviare al prossimo 24 giugno il procedimento che vede come imputate 48 persone.

In quella data saranno presentate istanze di costituzione di parte civile. Tra queste – come già preannunciato – anche l’associazione A Testa Alta.

Stamani, aula del Gup particolarmente affollata per la presenza massiccia di avvocati ed imputati, tra i quali l’ex prefetto di Agrigento Nicola Diomede.

Assente, com’era prevedibile l’avvocato Omar Giampaolo Mohamed Hamed, da sempre legato all’imprenditore Marco Campione di cui è stato difensore anche in questo processo. Stamani, il legale ha fatto pervenire sua nota con la quale rinuncia al mandato difensivo ed è la legittima conseguenza della scelta operata da Hamed di rendere dichiarazioni spontanee in Procura in relazione ai suoi rapporti e  attività con l’ex patron di Girgenti acque.

Per la procura era presente il capo facente funzioni dell’ufficio, Salvatore Vella che, come è noto, insieme ad un pool di magistrati, composto dai sostituti Paola Vetro, Sara Varazi e Antonella Pandolfi, ha messo un punto fermo su un’attività di indagine durata oltre quattro anni e culminata il 23 giugno scorso con l’emissione del fermo a carico di 8 componenti del disciolto consiglio di amministrazione e dirigenti di Girgenti Acque. Provvedimento che, non è stato convalidato dal gip Francesco Provenzano e non ha superato il vaglio del Tribunale del Riesame che ha scarcerato tutti gli indagati.

In principio fu la DDA di Palermo, siamo nel 2015, che indagò a lungo sulla ragnatela di interessi e rapporti gestiti di Marco Campione, sessantenne ex titolare di Girgenti acque e dominus della Hydortecne, società gemella creata per trasferire capitale umano, denaro e lavori e “svuotare” l’impresa principale di potere e contenuti.

Tre anni di investigazioni sul fronte mafioso che non portarono a nulla. Vennero interrogati anche numerosi esponenti politici di rilievo per mettere a fuoco lo snodo centrale dell’inchiesta: favori politici in cambio di assunzioni.

“L’assumificio” disse l’allora Procuratore aggiunto di Agrigento, Ignazio Fonzo, nel corso di un’audizione del 12 marzo 2015. Ma, anche in questo caso nulla di illecito venne provato. E così, l’inchiesta “Waterloo”, venne rimandata alla Procura della Repubblica di Agrigento affinchè indagasse sui reati cosiddetti ordinari.

Nella lista degli imputati figurano tutti i membri direttivi di Girgenti acque con Marco Campione in testa tranne la dirigente Marisa Macaluso, imprenditori, professionisti, politici di rilievo nazionale, giornalisti e funzionari pubblici con responsabilità di vertice, manager Deloitte&Touche spa e appartenenti alle forze dell’ordine: tra loro il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè e il deputato di Italia Viva Francesco Scoma, oggi assenti, (per l’ipotesi di reato di contributi elettorali irregolari) ma anche, come già scritto, l’ex prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, e il presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato Giovanni Pitruzzella.

Le accuse, a vario titolo, sono associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro la Pubblica Amministrazione, corruzione, frode in pubbliche forniture, furto, ricettazione, reati tributari, societari e in materia ambientale.

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