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Raffadali, poliziotto spara e uccide il figlio in piazza: arrestato

Ad uccidere il figlio è il padre, un poliziotto, che ha confessato

Pubblicato 2 anni fa

Omicidio poco fa in Piazza Progresso, in pieno centro città, a Raffadali.

La vittima è un giovane Gabriele Rampello freddato sotto le telecamere di sicurezza in rete 24 ore su 24, installate dall’amministrazione comunale, da un uomo incappucciato che gli ha sparato a bruciapelo un colpo alla testa per poi finire il caricatore su tutto il corpo.

I carabinieri hanno giù fermato l’assassino: è il padre, Gaetano, 57 anni, assistente capo coordinatore della Polizia di Stato  in servizio al Reparto mobile di Catania, mentre stava (forse) per prendere un autobus di linea.

L’uomo è stato quasi subito notato nelle vicinanze di una pensilina della stazione degli autobus dai carabinieri del Nucleo Operativo e radiomobile di Agrigento (guidati dal capitano Alberto Giordano) che hanno operato insieme ai colleghi della compagnia di Agrigento (comandati dal maggiore Marco La Rovere) e della stazione di Raffadali agli ordini del col. Vittorio Stingo, comandante del Gruppo.

Gaetano Rampello

Immediatamente fermato è stato portato in caserma dove dopo poche resistenze ha confessato il delitto. Aveva ancora l’arma usata per uccidere il figlio, ovvero la sua pistola d’ordinanza.

La storia di Gabriele Rampello, la vittima, è particolare. Gravato da non pochi problemi psichici aveva comportamenti eccessivi. Parecchie volte denunciato per reati minori, la settimana scorsa aveva subito anche una denuncia per stalking. Continue le liti con entrambi i genitori (separati), situazione complicata anche con i suoi coetanei.

Stamani la tragica svolta: la vittima avrebbe chiamato il padre per incontrarlo e chiedergli 50 euro. Poi (i dettagli verranno chiariti dai carabinieri che sono stati veramente efficaci e in questi ultimi tempi hanno dato risposte concrete nell’immediatezza degli eventi come avvenuto a Ravanusa e Licata), i micidiali colpi di pistola.

Sul posto oltre ai militari dell’arma, il sostituto procuratore della Repubblica, Chiara Bisso e il medico legale Alberto Alongi.

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