“Scarface” (Cerbo) si è pentito e delinea la mafia a tre teste: ecco i verbali
Un’inchiesta che parla tanto agrigentino e che vede tra gli imputati anche Gioacchino Amico
Un nuovo collaboratore di giustizia irrompe nel maxi processo Hydra, l’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Milano che ipotizza una vera e propria confederazione tra organizzazioni criminali – Cosa nostra, Camorra e Ndrangheta – operante in Lombardia. Un sistema, come viene definito.
William Cerbo, 43 anni, di Catania, si è pentito. Lo “Scarface” catanese, già condannato per associazione mafiosa nell’omonima operazione, è ritenuto uno dei vertici della mafia a tre teste. Esponente del clan Mazzei, i “carcagnusi”, negli anni si è specializzato in truffe e bancarotte. Non è un uomo d’onore nel senso stretto del termina ma un “colletto bianco” al servizio del clan catanese. Cerbo ha deciso di collaborare con la giustizia ed è già stato messo sotto protezione. Sei i verbali – tra settembre e ottobre – che ha già reso ai pm Alessandra Cerreti e Rosario Ferracane confermando l’esistenza del sistema mafioso lombardo. Un’inchiesta che parla tanto agrigentino e che vede tra gli imputati (146 quelli sui quali pende la richiesta di rinvio a giudizio) anche Gioacchino Amico, 41 anni, di Canicattì.
Chi è “Iachino” Amico?
La politica era il suo pallino sin da giovane e aveva tentato, senza molto successo, a candidarsi per un posto al Consiglio comunale di Canicattì. Era il 2016 e Gioacchino Amico si era candidato con il Movimento Fare guidato allora dall’ex sindaco di Verona Flavio Tosi. Andò male ma il rampante (lo abbiamo scoperto adesso) canicattinese depose le armi in attesa di tempi migliori, senza tuttavia perdere di vista l’importanza della politica nel senso peggiore del termine. Per lui la politica doveva stare al servizio e attuare i desiderata di gente senza scrupoli. Ma di strada Gioacchino Amato ne ha fatta tanta e, a dire il vero, con molta sorpresa di quanti lo hanno conosciuto.
Per la Procura di Milano, guidata dall’agrigentino Marcello Viola, il canicattinese ha percorso con successo molteplici tragitti non tutti nel senso indicato dalla legalità. Dalle truffe in provincia di Agrigento per ottenere prestiti (fu arrestato nel 2010 nell’operazione Cash della Squadra mobile) ad un ruolo di primo piano nel clan camorristico Senese, la famiglia riconducibile al figlio di “Michele o pazz”. Almeno è questa l’ipotesi avanzata dagli inquirenti che hanno indagato su di lui per oltre due anni. Il nuovo collaboratore Cerbo parla molto di Amico nei sei verbali appena depositati. Su Amico c’è anche il sospetto di un caso di “lupara bianca” legato alla sparizione di Gaetano Cantarella, scomparso misteriosamente il 3 febbraio 2020. Per gli inquirenti milanesi nell’omicidio ci sarebbe un “diretto e pregnante coinvolgimento di Gioacchino Amico e Raimondo Orlando” (anche se il Gip del Tribunale di Milano non ha condiviso qusta chiave di lettura).
Ma partiamo dall’inizio. Chi è Gaetano Cantarella? Detto “Tano u curtu”, arrestato e poi assolto in una operazione antimafia sul clan dei “carcagnusi” di Catania, è il cugino della moglie del boss Santo Mazzei. Alla base del delitto, secondo la procura, ci sarebbero stati dissidi di natura economica tra Cantarella e Amico. Quest’ultimo, insieme ad Orlando, è una delle ultime persone ad aver visto in vita “Tano u curtu”. Gli inquirenti avevano cominciato da poco a monitorare i suoi spostamenti. L’1 febbraio 2020 Cantarella tornava a Catania e, il giorno dopo, si accordava per incontrarsi con Amico a Canicattì. Così avviene il 3 febbraio. Il gps installato sulla Fiat Panda di Tano u curtu traccia il suo percorso da Catania a Canicattì dove arriva intorno alle 11 del mattino. Da quel momento in poi non si avranno mai più sue notizie. Nel primo verbale – datato 24 settembre 2025 – il pentito Cerbo ricostruisce parzialmente questa vicenda. Ecco cosa ha dichiarato.
Pm: “Andiamo al 3 febbraio 2020, le chiedo, lei quando sa della scomparsa di Cantarella e come lo sa?”
Cerbo: “Mi chiama Vestiti, sarà stato il 5-6 febbraio.. qualcosa del genere, dice, quando ritorni, dice, passa. No, dice, sei a Milano? Dice si, non mi ricordo dov’ero, mi fa dice, al ritorno passa e ci sono passato. E c’era Santo Crea, Vestiti, al capannone StarLine.”
Pm: “Santo Crea che quindi, secondo.. se ho capito bene è la seconda volta che lei vede?”
Cerbo: “Mi sembra che è stato la seconda volta. Io Santo Crea l’ho conosciuto quel giorno che è venuto sotto casa mia, giorno 17.”
Pm: “Ok, arriva da Vestiti e ci trova Santo Crea, siete solo voi tre?”
Cerbo: “Credo di si.. dice hai saputo? Cosa? Io giuro che non lo sapevo.. dice che .. vedi che tuo zio non ci sta, non trovano a tuo zio e mi spiega un paio di cose. La prima, il mio primo input, per me ne sa qualcosa, Castiglia e Amico, gli sto dicendo io a loro, perchè erano tutto il giorno assieme, dice ma scusa, ho detto, Pippo che dice? Amico.. Gioacchino cosa dice? No, dice, Pippo, dice non c’entra.. Perchè io, il mio primo parere è stato che loro potevano saperne qualcosa. Castiglia e Amico. Perchè erano tutto il giorno assieme, quindi non potevano non sapere, anche perché, poi dopo, sono venuto a sapere, che lui era sceso si per la festa di Sant’Agata ma lui dopo la vincita del gratta e vinci, stava comprando assieme a Gioacchino Amico e Raimondo Orlando una clinica sanitaria nelle zone di Caltanissetta.. E quel giorno, lui aveva appuntamento dal notaio o dall’avvocato, una cosa di quelle, cioè dovevano formalizzare questa vendita, quindi lui scende per la.. formalizzare loro..”
Pm: “Ci racconti proprio cosa vi siete detti in questo primo impatto”
Cerbo: “Io gli ho detto scusate, ma la prima cosa chiamate a Gioacchino e a Pippo.. che sicuramente gli ho detto ne sanno, anche perchè poi lui m’ha raccontato che era giù.. per questo fatto qua.”
Pm: “Reazioni loro a queste sue affermazioni?”
Cerbo: “Queste testuali parole dice “per Amico non ti assicuro niente” dice ma per Pippo “levaci mani”, difendono a Pippo.. Però dottoressa questo è una strategia che sta cominciando, è una strategia perché in quei giorni Amico era a Catania, nelle ricerche di Tano, con Valentina Demontis la moglie, il figlio Alfio, i Mazzei, quindi Cristian, Matteo, Gioacchino, Gaetano Pellegrino, Giovanni Macumba, tutti questi stavano un po’ mettendo subbuglio per capire.. cosa era successo, perchè era scomparso a Gela, se ne sono andati a Gela a parlare con le famiglie di Gela ma non ne sapeva niente nessuno..[..] Da Cristian Marletta, dice per “Pippo levaci manu”, cominciava a far capire, dice Pippo vedi, non si tocca più.. non si può toccare.. più, si dice per Amico ancora ancora.. ma Pippo levaci manu.. e Crea, assolutamente no, perche dice è amico di amici e di persone perbene quindi.. cioè in poche parole, cosa succede? Succede, questo l’apprendo man mano, succede che in quei giorni Amico aveva, l’avevano massacrato di botte giù, finche dicesse la verità, perchè anche giù pensavano che quest’appuntamento lui c’entrava qualcosa, poteva saperlo.. quindi..”
Pm: “Chi lo massacra di botte?”
Cerbo: “Gaetano Pellegrino e Giovanni Macumba.. al fine di sapere dov’era Tano, cos’era successo, la verità. Giovanni Macumba è il cognato di Melocchione per intenderci.. uno del clan Mazzei, uno operativo, di strada, uno che fa botte..
Pm: “Pensano che Amico sappia qualcosa?”
Cerbo: “E lo massacrano di botte ma non ottengono nulla.. lui dice che.. era come un padre per me, Tano, non può essere mai una cosa di queste, dice figurati.. Poi racconta, la macchina, l’ha accompagnato, poi lui fa, dice, no, te ne puoi andare, è venuta una persona, questa persona era un amico suo, cioè lui è amico.. lascia.. No.. a garanzia, lui non lo sapeva se era.. cos’è successo, stando a quello che si è capito, lui va in questo appuntamento con Amico, si fermano nelle zone di Butera e lui sale in macchina con un’altra persona.. Perchè Tano gli dice ad Amico.. a posto, dice, stai tranquillo, viene mi porta lui, lui se ne va con un amico suoi quando non torna più.. quindi..”
Pm: “Questo lei come lo sa?”
Cerbo: “Perchè Vestiti e Cristian, poi, nelle varie ricerche, che hanno effettuato, è uscito tutto questo, tramite anche Amico che ha raccontato tutto.”
Pm: “Amico avrebbe anche potuto raccontare questo per allontanare da lui i sospetti?”
Cerbo: “Si.. Non è mai stata data per buona questa versione perchè tutt’oggi loro pensano che lui c’entra. I Mazzei giù, dice, questo se l’è venduto, tipo che Amico si è venduto Tano”.
Pm: “E perchè avrebbe dovuto farlo?”
Cerbo: “E non lo so, tutti questi sono presupposti miei..”
Pm: “E perchè se lo pensano non hanno reagito? E Amico è ancora vivo?”
Cerbo: “E perchè non si usano più queste cose dottoressa.. Specialmente loro.. sono la famiglia Mazzei, non si sognerebbe mai, ma questa famiglia Mazzei, non quella di Santo, questi fanno soldi, non gli interessa fare rumore.. hanno..
PM: “Però Gaetano è uno di loro..”
Cerbo: “Certo, è un loro parente..”
Pm: “Quindi uno può uccidere un Mazzei e continuare a vivere sereno?”
Cerbo: “La loro mentalità è questa, loro pensano tanto non.. a parte che credo non abbiano le certezze..”
Pm: “Ma secondo quanto lei ha appreso direttamente, qual era il potenziale movente dell’eliminazione di Cantarella?”
Cerbo: “Da Cristian Marletta, da Vestiti Giancarlo, gira da tutti questi personaggi che erano in fermento.. che c’è fermento dopo la scomparsa.. Le voci, in quel momento.. sia Vestiti che Cristian.. che il problema è derivante dal salo di Tano Cantarella, di questi soldi e Amico se l’è venduto per uscirsene pulito, perchè i Nicastro hanno cercato Amico per la rimanenza di questi soldi.”
Pm: “Quindi lui s’incassa parte di questi soldi.. tutti quelli che diceva, mi sembra di capire.. che no sono tutti i 100 mila euro? Per quella rimanenza, i Nicastro si rivolgono ad Amico?”
Cerbo: “Perchè glieli portava Amico questi soldi a quanto ho capito. Gli portava i soldi.. Tano glieli dava ad Amico, Amico glieli dava ai Nicastro”.
PM: “Tano li portava ad Amico, Amico li portava ai Nicastro..”Cerbo: “Ai Nicastro si, Amico in quel momento era un ragazzo di Tano, non affiliato ai Mazzei, ma vicino a Tano, quindi vicino ai Mazzei”.
Pm: “Quindi dice per, se l’è venduto in questo senso perché? Per allontanare da se, diciamo, la responsabilità. E la questione del Gratta&Vinci? Torna di rilevanza questa cosa? È stato riscosso?”
Cerbo: “No, non lo so.. però una volta disse..”
Pm: “E però se loro erano, dovevano essere giù per acquisire la clinica con i soldi del gratta e vinci..”
Cerbo: “Si già qualcosa ce l’avevano.. tanto’è vero che poi si parla..Che Vestiti dice, minchia Tano dice.. è insopportabile, dice, appena ha saputo di questi soldi, se lo voleva mangiare vivo ad Amico”.
Pm: “Perchè?”
Cerbo: “Perchè Tano è un affamato di soldi, cioè sta cosa che c’erano questi soldi, ancora lui non ce l’aveva tra le mani.. è diventato insopportabile.. non glielo hanno dati subito, hanno messo in trance, non lo so, poi c’è un passaggio importante.. Ancora c’è tanto da raccontare su questo fatto qua..”
Pm: “C’è tanto.. ma io.. c’è tanto e avere un tempo però io questo aspetto.. lo dobbiamo approfondire, cioè, lei, perchè viene fuori a noi dalle nostra carte che dopo la scomparsa.. l’ha detto lei stesso dopo la scomparsa di Tano.. io divento.. inevitabilmente..”
Cerbo: “Ed ero l’unico a Milano.. più volte ho fatto l’ambasciatore..”
PM: “Ecco, m’interessa sapere se e quante volte ha fatto da ambasciatore sulla questione scomparsa Cantarella?”
Cerbo: “No, su questo non era argomento che..”
Pm: “Le faccio una domanda diretta e poi è chiaro.. dobbiamo ritornare.. lei è in grado di riferire chi sono o i mandanti o gli esecutori materiali della scomparsa di Tano Cantarella?”
Cerbo: “No, dottoressa.”
Pm: “Prima di chiudere questo verbale, le chiediamo perchè lei ha deciso di collaborare?”
Cerbo: “Dottoressa, principalmente l’ho fatto per i miei figli e per la mia famiglia, per dare uno stacco a queste sofferenze continue, perchè poi, a conti fatti, ne esce una cosa e ne entra un’altra, quindi già da un po’ di tempo aveva cambiato la mia mentalità su questo aspetto, adesso l’ho concretizzato, sperando di estirparmi definitamente questo cancro dei Mazzei”.


