Canicattì, accusata di aver preso a bastonate il figlio: prosciolta
Per il giudice sussistono dubbi sulla credibilità soggettiva dei dichiaranti
Il gup del tribunale di Agrigento Micaela Raimondo, accoglienza la richiesta avanzata dal sostituto procuratore Gloria Andreoli, ha disposto l’archiviazione nei confronti di V.C., originaria della Città dei Templi ma residente a Canicattì, inizialmente accusata di maltrattamenti verso i figli minori e lesioni. La vicenda scaturisce dalla denuncia dell’ormai ex marito della donna che si era presentato dai carabinieri raccontando di una presunta aggressione con un bastone subita dal figlioletto di dodici anni posta in essere dalla donna.
Decisive, tra le altre cose, anche le copiose indagini difensive svolte dall’avvocato Rosario Diodato che rappresenta la madre. In particolare è stato messo in risalto la contradditorietà delle dichiarazioni rese dal minore denunciante.
Scrive il giudice: “In particolare, si evidenzia che la narrazione dei fatti offerta da S. e dal fratello non soddisfa i requisiti richiesti dalla giurisprudenza di legittimità in materia di valutazione dell’attendibilità delle propalazioni accusatorie delle persone offese minorenni in quanto: sussistono dubbi sulla credibilità soggettiva dei dichiaranti avuto riguardo alla genesi dell’accusa ed, in particolare, al contesto altamente conflittuale nel quale i fatti si inseriscono dovendosi sul punto evidenziare che l’odierno opponente risulta essere a sua volta sottoposto a procedimento penale per il reato di maltrattamenti in famiglia nei confronti dell’odierna indagata, sua ex moglie e madre dei predetti minori; la circostanza, emersa nel corso dell’attività di investigazione difensiva, che S., contrariamente a quanto raccontato al padre, abbia riferito alla propria insegnante (Omissis) una diversa versione dei fatti (raccontando, nello specifico, di essersi fatto male cadendso dalle scale a casa del padre), depone nel senso della sussistenza di fenomeni di suggestione e di contagio dichiarativo; la particolare ferocia dell’aggressione descritta dal minore S. agli organi inquirenti non appare assolutamente compatibile con l’entità, poco rilevante, delle lesioni attestate dal referto medico in atti (il minore ha infatti dichiarato che la madre, oltre a dargli diversi colpi di bastone, lo avrebbe calpestato, salendo sulle sue gambe con il suo corpo, mentre egli si trovava a terra)”.