Catania

Narcotraffico tra Colombia e Sicilia: sequestrati 406 kg cocaina (vd e ft)

I finanzieri del comando provinciale di Catania, con il supporto e la collaborazione della D.C.S.A. (Direzione centrale per i servizi antidroga) e dello S.C.I.C.O. (Servizio centrale investigazione criminalità organizzata), hanno dato esecuzione, in data 23 gennaio u.s., a 2 provvedimenti di fermo emessi dalla Dda di Catania nonché in data 4 febbraio 2020 ad un’ordinanza […]

Pubblicato 4 anni fa

I finanzieri del comando provinciale di Catania, con il supporto e la collaborazione della D.C.S.A. (Direzione centrale per i servizi antidroga) e dello S.C.I.C.O. (Servizio centrale investigazione criminalità organizzata), hanno dato esecuzione, in data 23 gennaio u.s., a 2 provvedimenti di fermo emessi dalla Dda di Catania nonché in data 4 febbraio 2020 ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere (con contestuale applicazione di un mandato di arresto europeo, M.A.E.) emessa dal Gip del Tribunale di Catania nei confronti di cinque ulteriori soggetti; complessivamente sette sono i destinatari di misure restrittive, cinque dei quali sono componenti un’associazione internazionale finalizzata all’importazione e al traffico di ingenti quantitativi di cocaina operante tra Italia, Spagna, Messico e Colombia. In data 4 febbraio, a Barcellona in Spagna, sono stati rintracciati e condotti in carcere due dei cinque soggetti destinatari del M.A.E.

L’inchiesta, è coordinata dal procuratore capo Carmelo Zuccaro e condotta dall’aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto procuratore Andrea Bonomo.

Allo
stato, non risultano rintracciati nel territorio comunitario due soggetti di
nazionalità messicana e uno di nazionalità guatemalteca destinatari del citato M.A.E.
per associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze
stupefacenti.

Contestualmente,
sono stati sottoposti a sequestro circa 386 kg. di cocaina (confezionata in 342
panetti e 6 buste) oggetto di una consegna controllata da Bogotá (Colombia)
fino a Catania previa richiesta di rogatoria di questa Procura distrettuale
alla Repubblica della Colombia per finalità di acquisizione probatoria ai sensi
della Convenzione di Palermo delle Nazioni Unite contro la criminalità
organizzata transnazionale del 2000. Da quanto riferito dalle Autorità
colombiane, non si sono registrate in passato esperienze operative analoghe.

L’ingente
quantitativo di cocaina purissima, prodotto in Colombia nella regione del Cauca,
è stato importato in Italia, per la rivendita sul territorio europeo, dai
soggetti ristretti, figure quest’ultime espressione diretta del potentissimo
cartello messicano di Sinaloa.

Le due persone destinatarie del provvedimento di fermo d’indiziato di delitto eseguito ad Affi (Vr) nei pressi del Lago di Garda, misura poi convalidata dal G.I.P. di Verona, sono: Daniel Esteban Ortega Ubeda, detto “Tito”, 35 anni; Felix Ruben Villagran Lopez, detto “Felix”, 48 anni, entrambi di nazionalità guatemalteca.

“Tito” e
“Felix” sono diretta emanazione del cartello messicano e sono stati chiamati ad
eseguire sul nostro territorio gli ordini impartiti da una figura di vertice
dell’organizzazione criminale estera rappresentata dal messicano Jose Angel Rivera
Zazueta, 43 anni, noto con l’appellativo di “el flaco”. Anche “el Flaco” è tra
i destinatari del mandato d’arresto europeo ma del messicano, allo stato, non
vi sono tracce nel territorio comunitario e nazionale dove gli investigatori
hanno raccolto elementi di prova che documentano l’organizzazione e la presenza
a più incontri finalizzati a definire l’importazione di rilevantissime partite
di cocaina definendo, nei dettagli, le modalità d’ingresso e di smistamento dello
stupefacente.

L’operazione
del Nucleo di polizia economico- finanziaria (G.I.C.O. – G.O.A.) di Catania è
stata caratterizzata, tra l’altro, dall’esecuzione di operazioni speciali (quali
consegne controllate e differimento di sequestri e arresti), intercettazioni
telefoniche e ambientali (audio e video) che hanno delineato una diffusa
operatività dei soggetti ristretti nel territorio nazionale e segnatamente tra
Catania, Roma, Milano, Genova e Verona.

Con il
prezioso sostegno della D.C.S.A., i Finanzieri del G.I.C.O. di Catania hanno
mantenuto con la Polizia nazionale colombiana (Direcciòn de Antinarcòticos) un
costante collegamento investigativo che ha consentito di ricostruire un’intera
catena di fornitura della cocaina, un’attività quest’ultima gestita dal succitato
cartello messicano dalla zona di produzione della Colombia fino a Catania, meta
prescelta quale punto di arrivo e smistamento.

In Bogotá,
i narcos messicani, avvalendosi, tra gli altri, dei due soggetti di nazionalità
guatemalteca (sottoposti a fermo nel veronese) e di un ulteriore intermediario,
Luis Fernando Morales Hernandez, 43 anni, anch’egli nativo nel Guatemala, non
rintracciato in Europa, detto “El Suegro” per il suo legame parentale con “Felix”,
concentravano, in tre distinte fasi, il carico di cocaina (386 kg. circa) che doveva
essere convogliato a Catania nel più breve tempo possibile. Nel frattempo,
l’Autorità Giudiziaria colombiana (la Fiscalìa Especializada contra el
narcotrafico) in diretto contatto con la Procura etnea, disponeva una “consegna
controllata” dello stupefacente che, con un volo merci, giungeva a Catania in
data 11 gennaio u.s.

GdF Catania, Operazione Halcon

Con
l’arrivo dell’ingente quantitativo di cocaina, sbarcavano a Catania anche i narcos
“Tito” e “Felix”, i quali, nella città etnea, in costante collegamento con il
loro capo messicano (“El Flaco”), organizzavano l’avvio di consegne prova dello
stupefacente. Una prima partita di cocaina (3 kg. circa) veniva spedita dai 2 soggetti
fermati (“Tito” e “Felix”) fino a Verona dove la stessa sarebbe stata proposta
ad acquirenti italiani.

Con la
partenza del carico “prova”, autorizzata da un decreto di ritardato sequestro della
Procura, i finanzieri del G.I.C.O. di Catania acquisivano ulteriori elementi indiziari
sulla “paternità” dell’ingente partita di cocaina che sarebbe stata immessa, da
lì a poco, in innumerevoli piazze di spaccio italiane ed europee.  

Nel dettaglio, sopraggiungevano nella provincia di Verona un emissario del “Flaco” proveniente direttamente dal Messico – Salvador Ascencio Chavez, 53 anni, detto “Chava”, nazionalità messicana, anch’egli destinatario del M.A.E. per associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, non localizzato nel territorio comunitario – unitamente a 2 soggetti rappresentanti organizzazioni criminali acquirenti: Mauro Da Fiume, 56 anni, nativo di Sanremo (Im), emigrato in Spagna nella fascia costiera di Barcellona (a Carnet De Mar) già noto alle forze di polizia per diversi precedenti in materia di stupefacenti, in alcuni dei quali risultava in affari con esponenti di ‘ndrine calabresi insediatesi nel Nord Italia; Sergio Garcia Riera, 42 anni, nazionalità spagnola, originario di Barcellona (Spagna).

Chavez, Da Fiume e Garcia Riera, destinatari del provino di cocaina proveniente da Catania, incontravano ad Affi (Vr) “Tito” e “Felix” ai quali consegnavano 35.000 euro in contanti quale parziale corrispettivo dello stupefacente. Il denaro contante, rinvenuto dai finanzieri nell’esecuzione dei fermi operati in data 23 gennaio u.s., veniva sottoposto a sequestro. Il perfezionamento della transazione, che preludeva all’invio di un quantitativo ben più consistente di cocaina, era favorito dal diretto intervento del “Flaco” il quale incaricava il suo fiduciario “Chavez” a stringere gli accordi finali con le parti acquirenti.

Operazione Halcon, sequestrati oltre 400 kg di cocaina

In data
4 febbraio, in Spagna, a Barcellona, venivano rintracciati dalla Policìa Nacional
Spagnola e condotti in carcere l’italiano Da Fiume e Garcia Riera.

Oltre ai
386 kg. di cocaina, oggetto di consegna “controllata” e sequestrati all’arrivo
nel territorio italiano, il sodalizio messicano risultava aver organizzato e
definito un’ulteriore spedizione di prova giunta nel porto di Vado Ligure (Sv) l’11
novembre del 2019.

In
particolare, a bordo di un container carico di frutta imbarcato su una motonave
partita dal porto colombiano di Turbo, i Finanzieri rinvenivano 18 panetti di
cocaina. Lo stupefacente, dal complessivo peso di oltre 20 kg. risultava ben
occultato in un vano elettrico del container.

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