Catania

“Quote rosa” rispettate nello spaccio: in manette madre, figlia e nipote

I Carabinieri della Compagnia di Catania Piazza Dante hanno arrestato nella flagranza le catanesi Giuseppina Distefano 56 anni, Agata Vadalà 39 anni e Silvia Maugeri di 22 anni, poiché ritenute responsabili di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Operazione degli uomini del Nucleo operativo nel cuore del quartiere San Cristoforo, precisamente tra via San […]

Pubblicato 5 anni fa

I Carabinieri della Compagnia di Catania
Piazza Dante
hanno arrestato nella
flagranza le catanesi Giuseppina Distefano 56 anni, Agata Vadalà 39 anni e
Silvia Maugeri di 22 anni, poiché ritenute responsabili di detenzione
finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Operazione degli uomini del Nucleo operativo nel cuore del quartiere San
Cristoforo, precisamente tra via San Damiano e il vicolo Cortile, zona
particolarmente attiva per il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti.

Gli uomini del Nucleo Operativo, grazie ad un paziente servizio di
osservazione, naturale conseguenza di una attività info investigativa, vedendo accedere
le tre donne in un immobile disabitato ma regolarmente chiuso con dei grossi
lucchetti, hanno deciso di farvi irruzione.

La perquisizione del fabbricato ha consentito ai militari di rinvenire e sequestrare: 7  buste di plastica, sottovuoto, contenenti della cocaina in pietra per un peso complessivo di circa 500 grammi; 8  buste di plastica contenenti della marijuana per un peso complessivo di circa 5 kg; 47 cartucce calibro 45.

La droga sequestrata alla tre donne

La perquisizione, estesa anche alle persone fermate, ha altresì permesso
di rinvenire e sequestrare 1.200 euro in contanti, trovate in tasca alla più
giovane delle tre, somma ritenuta dagli investigatori provento dell’attività
illecita. La droga sequestrata, opportunamente tagliata e dosata, avrebbe potuto
fruttare al dettaglio oltre 100.000 euro.    

La Distefano è stata associata al carcere di Catania Piazza Lanza dove
permarrà, così come stabilito dal Gip del Tribunale etneo in sede di convalida.

Le altre due donne, dopo la convalida, permarranno invece agli arresti
domiciliari per la necessità di accudire i figli ancora in tenera età.

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