Cronaca

Caso “Gregoretti”, tre avvocati agrigentini a Palazzo Chigi

Oggi, a Palazzo Chigi, per la deposizione del premier Giuseppe Conte su eventuali profili di responsabilità penale di Matteo Salvini nell’ambito del caso “Gregoretti”, c’erano anche tre avvocati agrigentini, componenti del collegio difensivo di Legambiente, parte civile nel processo che si svolge dinanzi al Gup di Catania. Si tratta di Daniela Ciancimino, con alle spalle […]

Pubblicato 3 anni fa

Oggi, a Palazzo Chigi, per la deposizione del premier Giuseppe Conte su eventuali profili di responsabilità penale di Matteo Salvini nell’ambito del caso “Gregoretti”, c’erano anche tre avvocati agrigentini, componenti del collegio difensivo di Legambiente, parte civile nel processo che si svolge dinanzi al Gup di Catania.

Si tratta di Daniela Ciancimino, con alle spalle decenni di battaglie legali a tutela dell’ambiente e Giuseppe Nuara e Linda Ardizzone (di Agrigento il primo e di Menfi la seconda), con importanti esperienze di diritto internazionale e di status giuridico dei rifugiati.

«L’On. Salvini ha tenuto durante i mesi in cui era Ministro degli interni la cosiddetta linea dei porti chiusi, spingendosi molto oltre e sino al punto da costringere a bordo di una nave (destinata al contrasto della pesca illegale e non al primo soccorso) per diversi giorni e in condizioni climatiche ed igieniche precarie 135 migranti, tra cui alcuni con diverse patologie e appena salvati dall’annegamento in mare» afferma l’Avv. Ciancimino.

«Siamo molto felici di questa grande opportunità professionale e grati all’Avvocato Daniela Ciancimino» affermano congiuntamente Nuara ed Ardizzone.

«Il nostro parere» proseguono i tre avvocati «è che si tratti di un processo tutt’altro che politico poiché in esso convergono numerose questioni giuridiche imposte dall’applicazione di norme contenute in fonti internazionali, europee ed italiane quasi tutte violate all’epoca dei fatti. Il tema vero non è quello della necessità di contrastare l’immigrazione clandestina, né quello della pacifica esigenza di ottenere solidarietà e condivisione da parte dell’Unione europea, bensì stabilire se il trattenimento di 135 profughi – in condizioni psicofisiche al limite della tollerabilità umana – costituisca condotta in contrasto con il Regolamento europeo Dublino due, con diverse direttive europee in materia di trattenimento dei rifugiati, con l’Agenda europea, con la legge n. 146 del 2017, con la Convenzione di Ginevra e di Amburgo, nonchè con tante altre fonti internazionali e nazionali».

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