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Canicattì: entra viva e ne esce quasi morta. L’affaire Zara indigna la città

Nelle ultime ore si è scatenata l’ennesima polemica attorno all’amministrazione comunale di Canicattì guidata dal Sindaco Ettore Di Ventura. La vicenda nasce dopo il blitz di alcuni animalisti davanti il Rifugio Sanitario di Contrada Calandra che hanno dato maggiore risalto al disperato appello di un ragazzo di Canicattì, Vittorio Russo, che qualche ora prima aveva […]

Pubblicato 3 anni fa

Nelle ultime ore si è scatenata l’ennesima polemica attorno all’amministrazione comunale di Canicattì guidata dal Sindaco Ettore Di Ventura.

La vicenda nasce dopo il blitz di alcuni animalisti davanti il Rifugio Sanitario di Contrada Calandra che hanno dato maggiore risalto al disperato appello di un ragazzo di Canicattì, Vittorio Russo, che qualche ora prima aveva denunciato pubblicamente le precarie condizioni sanitarie in cui versava un cane in particolare.

Non sembrerebbe esserci alcun riferimento a cure veterinarie specifiche per determinate malattie, dopo che lo stesso Russo è riuscito ad adottare il cane e trasferirlo in una clinica privata a sue spese. Almeno un cane in trattamento non dovrebbe essere adottabile!

Non è nuovo a orrori di questo genere il canile (rifugio non è il termine adatto) di Canicattì. Chiuso nel Febbraio 2016 per irregolarità, è stato riaperto nel Maggio 2017 con un restyling di tutto rispetto.

Dall’ampliamento all’ammodernamento, passando per il nuovo regolamento atto alla gestione della struttura che, alla fine, nel Giugno del 2019 è stata affidata ad una ditta di pulizie che, per non pensare proprio a male, abbiamo cercato di capire di cosa si occupi.

Da una veloce visura catastale risulterebbe che la ditta in questione rientrerebbe nella lista delle attività con codice ATECO 81.21.00 e cioè “Pulizia generale (non specializzata) di edifici”, dunque, non ci sarebbe traccia di alcun riferimento alla custodia o alla cura di animali.

Nessuna replica o risposta alle centinaia di domande di canicattinesi e non solo sui canali ufficiali del Comune fino a ieri sera quando il Sindaco ha affidato a una scarna nota sui social il suo pensiero con un largo riferimento alle offese ricevute dai più che si sono lasciati andare in diffamanti e volgari affermazioni.

Con Vittorio Russo questo giornale ci ha parlato e si è sfogato in una lunga telefonata di venti minuti. Gli sguardi di qualche concittadino lo hanno catapultato in una realtà delle volte inaccettabile e alla fine ci ha detto che non riesce a capire come possa un giornalista conviverci quotidianamente.

Caro Vittorio, uno dei termini che la lingua italiana ha preso in prestito dal latino è “omissis”. La nostra risposta è questa.

Vittorio ha visto gli occhi di questa cagnolina dentro una gabbia, al gelo tagliente che solo chi vive nell’entroterra del sud del sud può conoscere.

Da fonti abbiamo appreso che altri trenta cuccioli sono stati ritrovati morti sotto la pioggia non si capisce bene per quali cause e che i Carabinieri hanno già avviato le indagini.

Il canile di Canicattì è nella stessa zona dell’ex mattatoio. Ex?

Mestamente Luigi Pirandello avrebbe potuto concludere così questo articolo

Figuriamoci poi se c’è chi pensa che ci siete anche voi bestie che guardate uomini e cose con codesti occhi silenziosi, e chi sa come li vedete, e che ve ne pare.

Intanto il Sindaco di Canicattì ha fatto pervenire, in mattinata una nota:

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