Cultura

Ad Agrigento il convegno “La Lingua di Vigàta”, per riscoprire Andrea Camilleri 

L'iniziativa, promossa da Strada degli Scrittori per Agrigento Capitale della cultura 2025, ha raccolto studiosi, scrittori, registi, attori e giornalisti per parlare dello scrittore scomparso 6 anni fa

Pubblicato 20 minuti fa

Un autore moderno, ricchissimo di sfaccettature, capace di creare un mondo tra il fantastico e il reale e di dotarlo di un suo linguaggio. Un lettore insaziabile ma, anche, un uomo che per anni ha dovuto sfidare il pregiudizio per quel siciliano tutto inventato che per il mondo culturale è stato a lungo uno stigma e a cui poi, quel Montalbano ha iniziato a stare troppo stretto, al punto di pensare di iniziare a pubblicare sotto pseudonimo.

E’ un Andrea Camilleri per molti versi inedito quello emerso questa mattina durante il convegno “La lingua di Vigàta” voluto da Strada degli Scrittori per Agrigento Capitale della Cultura 2025 nel contesto del progetto Le Piazze della Capitale. Un modo, come ha precisato la nipote Arianna Mortelliti, anche lei scrittrice e impegnata in questa due giorni di eventi nella conduzione con il direttore della Strada degli Scrittori felice Cavallaro, non per commemorarne la morte, avvenuta sei anni fa, ma per festeggiarne il centenario dalla nascita.

L’interesse per Camilleri è tra l’altro sempre crescente, soprattutto all’estero: è stata infatti stamattina la presidente della Fondazione Agrigento Capitale della Cultura Maria Teresa Cucinotta, durante i saluti, ad annunciare che l’ambasciata di Danimarca ha manifestato la volontà di ripetere per il pubblico danese un convegno sulla lingua di Camilleri.

Così per una mattinata si sono susseguiti artisti, scrittori, linguisti, registi in una narrazione ricca di spunti e di ricordi personali di un autore che emerge come tra i più influenti del ‘900: Simonetta Agnello Hornby, Roberto Andò, Manuela Ventura, Gaetano Aronica, Andrea Cassisi, Marina Castiglione, Giuseppe Dipasquale, Giugiù Gramaglia, Franco Lo Piparo, Silvano Nigro, Arianna Mortelliti e Rocco Mortelliti e Sarah ed Enzo Zappulla Muscarà. 

Proprio questi ultimi, con l’Istituto di Storia dello Spettacolo siciliano consegneranno questa sera a Roberto Andò la prima edizione del premio “Andrea Camilleri”.

E’ stato lo stesso regista di tanti film di grande successo e ha diretto “Conversazione su Tiresia”, l’ultima recita di Camilleri un anno prima della scomparsa al Teatro Greco di Siracusa, ad aver raccontato come lo scrittore negli ultimi anni fosse ormai stanco di una etichetta, tanto da guardare ad autori come Georges Bernanos, ben lontani dal mondo di Vigàta, spingendosi a scrivere romanzi diffusi però privatamente solo tra amici. 

A raccontare gli anni più difficili di Camilleri autore, quando il mondo culturale – a eccezione di Sellerio – gli voltava le spalle e, a tutti gli effetti, lo snobbava, è stato lo studioso Silvano Nigro, autore delle bandelle dei libri dello scrittore empedoclino, che ha denunciato inoltre come a oggi non esista una vera critica letteraria di Andrea Camilleri e ha auspicato come, a partire dalla raccolta pubblicata postuma (Vi scriverò ancora. Lettere alla famiglia 1949-1960) si possa iniziare ad approfondire lo studio di un autore complesso e sempre alla ricerca di nuove forme espressive.

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